Lo sport deve ridimensionarsi (di Carlo Fabbricatore)

Lo sport deve ridimensionarsi (di Carlo Fabbricatore)

Qualche dirigente sportivo non ha ancora capito che ci troviamo di fronte a un’emergenza globale epocale e continua a parlare di classifiche e di come finire la stagione. Lo sport si è creato una realtà alternativa completamente avulsa dalla realtà: il mondo piange migliaia di morti e malgrado ciò si è continuato a parlare di Olimpiadi fino a ieri. Il presidente del CIO, Bach aveva dichiarato “Annullare Tokio 2020 distruggerebbe il sogno olimpico”. Ma quale sogno, è solo questione di grandi meccanismi economici! Mentre ovunque si spengono vite umane come è possibile pensare al sogno olimpico?

La pallacanestro non è da meno anche se ormai gran parte dei campionati hanno deciso di chiudere anticipatamente mentre in Italia e in pochi altri paesi si continua a prorogare l’agonia. Troppe squadre non hanno le risorse finanziarie per fronteggiare questo problema. Sarebbe doverosa una riflessione sulla gestione dei vari sport e in particolare della pallacanestro italiana che ha voluto un numero eccessivo di squadre per accontentare tutti: geopolitica sportiva!

Poche squadre, si contano sulle dita di una mano, a inizio campionato hanno le coperture finanziarie per finire la stagione. No, non ci siamo proprio. La Federazione non ha investito in modo adeguato nella base e la riprova è che adesso si cercano giocatori stranieri con avi italiani per farli giocare in nazionale. Se questa è l’idea per rivitalizzare il movimento siamo messi proprio bene. Le federazioni hanno investito molto poco sui giovani e molto poco hanno fatto per educare i ragazzi allo sport come espressione di aggregazione. Il grande problema della pallacanestro italiana era partecipare alle Olimpiadi, non avviare giovani allo sport.

Anche Euroleague ha gestito l’emergenza Coronavirus in modo non ottimale: troppe esitazioni nel bloccare la stagione.

Il numero esagerato di grandi eventi faraonici, coppe e coppette varie in tutte le discipline ha condizionato lo sport: si deve normalizzare la programmazione. Troppe squadre sopravvivono esclusivamente perché le TV pagano grandi quantità di denaro per trasmettere le manifestazioni; i grandi marchi sportivi pagano cifre enormi per vestire le star dello sport e quindi  show must go on.

La stagione è da annullare senza assegnare nessun titolo. Qualcuno obbietterà che ci sono in ballo interessi economici ma ricordiamoci che ci stiamo trovando in uno stato di calamità globale che non permette di vivere in modo normale e la pallacanestro e lo sport in genere non sono sicuramente delle priorità. Non facciamoci annebbiare il cervello dal tifo.

Ci sono strutture ospedaliere in gravi difficoltà, aziende che dovranno chiudere creando disoccupazione e lo sport chiede aiuti di stato? Ma per piacere!

Un grande abbraccio a tutte le persone che stanno soffrendo.

Amiamo lo sport ma soprattutto amiamo la vita: restiamo a casa!

Land of Basketball

Carletto Fabbricatore