Trapani può permettersi Antonini, e Antonini può permettersi Trapani?

09.12.2025 00:03 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Trapani può permettersi Antonini, e Antonini può permettersi Trapani?

Nella saga di novità che quotidianamente o quasi ci riserva la vita della Trapani Shark, due elementi extra-sportivi hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Il primo vede la tifoseria divisa tra coloro che vanno ad incitare la squadra alla partenza per la trasferta di Treviso, da coloro che espongono lo striscione che invita Valerio Antonini a vendere ed andarsene da Trapani. E questo vale ancora di più per il calcio, dove addirittura si sarebbero quasi azzerate le presenze allo stadio. Il secondo elemento vede proprio Antonini, dopo i risultati utili delle due formazioni nella giornata di domenica 7 dicembre, invitare il sindaco Tranchida a risolvere la questione adoperandosi per trovare nuovi proprietari per le due società sportive e contribuendo a provvedere alle incombenze economiche che verrebbero così sollevate dalle finanze del patron "caduto in disgrazia". Ma un sindaco ha questo potere?

In Italia il sindaco non ha un potere diretto sulla gestione di una squadra di calcio, ma può intervenire come figura istituzionale e politica per tutelare la comunità, i tifosi e l’uso degli impianti sportivi comunali. Per esteso, stante il fatto che la Trapani Shark è una società professionistica, si può applicare lo stesso concetto alla pallacanestro. L’intervento si configura soprattutto come mediazione, supporto logistico e pressione politica, perchè motivato come garanzia della coesione sociale, nel tentativo di ridurre conflitti e mantenere l’ordine pubblico. Il sindaco tuttavia non può interferire direttamente nella gestione economica o tecnica della società, che resta privata. Fortunatamente il lunedì dell'Immacolata ci regala una giornata di riflessioni, e l'invito di Antonini parte da martedì. E invece no, in quanto nel pomeriggio sindaco e presidente tornano a beccarsi sull'argomento (link).

Ora noi non siamo specializzati in problemi calcistici, per cui andremo a interpretare le conseguenze, non definite, delle parole di Antonini di domenica sera solo nell'ambito cestistico. Per ipotesi, Antonini cede la gestione ma non la proprietà fino al 30 giugno. Sette mesi che non costeranno meno di una forbice fra 2 e 2,5 milioni di euro (una nostra stima per difetto) senza un main sponsor sulla maglia e dando per scontato l'apporto degli sponsor esistenti che fanno capo all'imprenditore romano. Dalla biglietteria, ripetendo i risultati della passata stagione culminata nella semifinale playoff, potrebbero arrivare circa 5/600.000,00 euro secondo i dati ufficiali della stagione 2024-25. Lasciando i costi della sostituzione di Alibegovic e Repesa a parte oltre ad eventuali interventi sul mercato, per ottenere la gestione bisogna che si presenti una figura forte, competente di basket e ricca a sufficienza, disposta a un investimento importante per ritrovarsi a fine stagione con un pugno di mosche dopo aver dilapidato un paio di milioni. Esiste questa persona? Vedere in che stato ha trovato calcio e pallacanestro Antonini al suo arrivo nel 2023 ci lascia parecchio dubbiosi.

E allora la strada percorribile sarebbe quella di acquistare, subito, in blocco. Necessaria per prima cosa una due diligence di acciaio, avere contezza di debiti pregressi e/o in arrivo, confermare il budget per finire la stagione da protagonisti di prima fila e sperare che il pubblico torni a riempire il PalaShark. Non sappiamo se basteranno i 2,5 milioni di cui sopra, e leggendo qualche commento sui social ci sembra di capire che neanche i trapanesi credano che ci sia qualcuno che possa farlo. Ammesso e non concesso, a che prezzo venderà titolo e squadra Antonini? Nella storia dell'eventuale vendita di un altro titolo di serie A si è sentito sussurrare di 3 milioni di euro. Poi c'è la croce del contenzioso con il Comune: è un recupero di investimento di 2,5 milioni circa. L'intercessione di Tranchida per fornire l'interlocutore lo costringerà a fare uno sconto? O arriverà l'abbuono totale per garantire la vittoria nella prossima gara di assegnazione del PalaShark?

Così la nostra impressione è che Trapani, se vuole la pallacanestro in grande, deve tenersi Antonini. Altrimenti l'anno prossimo neanche un derby di serie C con la Automondo Virtus Trapani. Tranchida ha garantito alla FIP che la Shark giocherà tutto il campionato al PalaShark, comunque vada la vicenda della revoca dell'assegnazione. Siamo ben oltre quello che il mercato domestico può offrire al club in termini di pubblico e revenue. Sono due anni che lo sport cittadino vive al di sopra dei propri mezzi, al di sopra dei 300.000 euro della Regione Sicilia (sono 5,4 euro circa per ogni abitante di Trapani). Tutto quello che avete letto sopra sono tutte pinzillacchere, buone per discussione da bar. Venire a investire nella città della moglie per l'ìmprenditore romano è stata una visione, ma adesso ci vuole un progetto vero, una programmazione. Dall'elemosinare un posto in A2 a ritrovarsi in tre stagioni al quarto posto in serie A nonostante cinque punti di penalizzazione è un passo più lungo delle gambe di un centro alla Victor Wembanyama.

Senza certezze non si può più andare avanti. Possono farlo i giocatori anche con uno stipendio a singhiozzo, perché comunque saranno pagati e avranno una stagione vincente nel loro palmarès: ingaggi migliori l'anno prossimo. Può farlo il pubblico, che fino a giugno andrà a vedere partite di serie A al PalaShark. Poi basta. Potrebbe farlo, se il fiato regge e le voglie pure, lo stesso Antonini. A fine stagione basterà fare un fischio e tante piazze baskettare gloriose e decadute faranno la fila per offrirgli una sede, un pubblico, una passione pari a quella granata. Mai sentirsi Dio al centro del mondo e se oggi Trapani è al centro della Sicilia con la pallacanestro la prossima estate sarà la nuova Fortezza Bastiani (leggi Deserto dei Tartari). La città di San Antonio ha deciso di investire 500 milioni di dollari pubblici per contribuire alla nuova arena degli Spurs. C'è visione, c'è progetto in Texas. Quello che non troviamo in questo angolo di Sicilia nemmeno con il lanternino di Diogene. Qui si discute di chi deve pagare l'impianto antincendio...