«Vendi e vattene»: la contestazione dei tifosi della Trapani Shark
«Vendi e vattene». Lo striscione dei tifosi della Trapani Shark, comparso prima fuori dai cancelli del PalaShark, poi mostrato dai supporters presenti al PalaVerde per la partita contro la Nutribullet Treviso. "Nessuna IA, nessuno scienziato del PowerPoint: semplicemente se una cosa non si riesce a farla, meglio organizzarsi per passare la mano", scrivono all'unisono le tifoserie organizzate nel messaggio rivolto alla società del patron Valerio Antonini. "La posizione dei gruppi del tifo organizzato é chiara da Trapani a Treviso", si legge, prima delle motivazioni:
"Dopo la vittoria esterna di Milano la situazione è letteralmente precipitata con in ordine:
- dichiarazione di volere acquistare due giocatori per vincere lo scudetto
- 1 punto di penalizzazione
- avvio di una indagine federale sull’iscrizione al campionato
- richiesta dei tifosi di chiarimento a cui si è risposto tacciandoli di ipocrisia e mettendo in mezzo nuovamente il Comune di Trapani;
- video in cui si parla apertamente di ridimensionamento e volontà di vendere;
- sciopero dei giocatori
- messo fuori squadra il Capitano
- dimissioni dell’head coach
- squadra affidata al secondo assistente, nessuna comunicazione riguardo al primo assistente ed al preparatore atletico.
Stante ciò i tifosi chiedono semplicemente che si conduca una società nel rispetto degli obblighi contratti e delle scadenze federali; non sono i tifosi ad aver formulato contratti che ora si definiscono “economicamente non sostenibili”.
Per questi motivi la posizione dei gruppi del tifo organizzato non cambierà finché non arriveranno certezze rispetto a:
- volontà di onorare i contratti sottoscritti
- certezza che il mercato sia sbloccato
- chiara volontà sulla prosecuzione a Trapani di questo progetto (non a Roma o in Emilia Romagna)
- adozione di un linguaggio consono ai livelli minimi di educazione e comportamento civile.
Qualora ciò non sia possibile continueremo a suggerire la
Cessione.
Ai venditori di triglie e agli ultimi sostenitori imperterriti suggeriamo di farsi un giro ogni tanto dalle parti del
Palazzetto e parlare con quei dipendenti stremati e con le lacrime agli occhi.
Contrariamente sarete complici di uno stillicidio; i cattivi poi sarebbero i tifosi?".