Nba e il crollo ascolti tv: problema o un’opportunità?

05.12.2019 16:20 di Davide Trebbi Twitter:    vedi letture
Nba e il crollo ascolti tv: problema o un’opportunità?

Il crollo vertiginoso degli ascolti televisivi americani Nba ha generato reazioni e posizioni di ogni tipo.

I protezionisti stanno difendendo il loro amato prodotto sminuendo, i critici invece, compiaciuti rimembrano tutto il loro rancore verso la lega professionistica a stelle e strisce.

Situazione evidenziata anche dalla notizia filtrata dal solito Adrian Wojnarovski di una possibile discussione di riforma del calendario Nba con un torneo aggiuntivo e riduzione di 3 partite sull’attuale calendario.

Lo spettacolo della Nba al momento sembra non interessare più: tra chi è il simbolo vincente della ultima stagione giustificandosi con certificati di squadra per riposarsi (load management Kawhi Leonard), chi rimorchia stelle in piccoli mercati distruggendo la competività (Rich Paul e Anthony Davis) e infine chi gioca un basket definito scorretto dai profani ma redditizio singolarmente (step back di James Harden) indignando però i fruitori di tutto il mondo. 

Intanto i dati televisivi in America sono eloquenti: ESPN -20%, TNT -23% : vuoi per spettacoli pre accordati non proprio esaltanti (gli in-cerottati Golden State Warriors oppure i Los Angeles Clippers senza il suo duo) vuoi perché pian piano stanno spuntando altri interessi al target di riferimento.

Non è certo l’analisi rumorose di ex giocatori o giornalisti che fanno rimanere incollati alla televisione i venti trentenni d’oggi, generazione senza più l’interesse attivo e tempo a disposizione.

In quel intervallo, lo spettacolo offerto dalla Nba è conteso da tante piattaforme come ad esempio Netflix e il seguito attivo della televisione sta pian piano scemando con l’invasione inevitabile delle Smart Tv e abbonamenti mensili. 

NBA LeaguePass viene acquistato perché disponibile anche con i resoconti condensati e chi non vuole pagar quell’abbonamento segue la lega attraverso i contenuti gratuiti sul social di suo riferimento.

Questo cambiamento sul dove veder la Nba deve piuttosto far riflettere su dove andar migliorare un prodotto apparso noioso, lungo e addirittura lento, visto la miriade di liberi tirati dai suoi principali protagonisti.

Se in Europa da anni c’è indignazione e senso di invidia per alcune sviste arbitrali favorendo sempre i soliti, in America si stanno pian piano svegliando da questo conclamato format d’intrattenimento dove la resa sportiva non viene vista come un’aggravante ma un vantaggio sportivo.

Una situazione che sta distruggendo l’etica della Nba: sempre più spettacolo e meno competizione.

Il commish David Silver se ne sta accorgendo vedendo calare i possibili ricavi futuri, ma siamo sicuri che la tv sia ancora cosi importante per il futuro?