Al Madison Square Garden va in scena un confronto di stili fin dalla palla a due: senza Joel Embiid, Philadelphia sceglie di vivere e morire sul tiro da tre, mentre New York prova a imporre la propria fisicità dentro l’area. Il duo formato da Karl-Anthony Towns e Mitchell Robinson fa il vuoto vicino al ferro, combinando 20 punti e 16 rimbalzi nella sola prima parte di gara e dettando legge nel pitturato, mentre i Sixers restano aggrappati al match grazie alla mano calda di Tyrese Maxey, che chiude la frazione con 17 punti e tiene lo sguardo fisso su Jalen Brunson, autore di 16 punti dall’altra parte.
All’intervallo il punteggio recita 59-57 in favore dei Knicks, che mantengono una piccola dote di vantaggio e sognano di allungare la loro striscia di sette vittorie consecutive davanti al proprio pubblico.
Con il passare dei minuti, però, le certezze di New York iniziano a sgretolarsi: la squadra di casa appare via via meno brillante, meno sciolta, e basta osservare il linguaggio del corpo di Jalen Brunson per intuire che l’inerzia sta cambiando direzione. Philadelphia, al contrario, cresce fisicamente e mentalmente, trovando energia dalla panchina e soprattutto dall’impatto di VJ Edgecombe, che subentra a Maxey nel ruolo di primo violino offensivo senza far rimpiangere il compagno, mentre Andre Drummond sorprende tutti aprendo il campo con una inattesa e “folle” efficienza dall’arco. La fiducia del rookie contagia l’intero gruppo, i Sixers iniziano a colpire con continuità da fuori e il punteggio si ribalta fino al 99-94, con la bilancia che pende in modo sempre più evidente dalla parte degli ospiti.
I Knicks provano a rimanere aggrappati alla partita, caricandosi sulle spalle la coppia formata da Mikal Bridges, lucido su entrambe le metà campo, e da un Mitchell Robinson “diabolico” sotto canestro per presenza, verticalità e dominio a rimbalzo. Eppure la differenza nella percentuale dall’arco diventa un macigno difficile da spostare: mentre New York fatica a trovare continuità nel tiro pesante, Philadelphia continua a punire ogni esitazione difensiva con conclusioni piedi per terra o in uscita dai blocchi, aprendo la difesa e togliendo certezze agli uomini del Garden. L’inerzia è ormai saldamente in mano ai Sixers, che mantengono sangue freddo e ritmo alto, costringendo i Knicks a inseguire sempre a qualche possesso di distanza senza mai riuscire davvero a impensierire il finale degli ospiti.
Nel quarto periodo VJ Edgecombe completa la sua serata da protagonista inatteso, salendo fino a 23 punti con canestri pesantissimi dalla media distanza, poi di nuovo da tre per spegnere l’entusiasmo del pubblico del Garden. A chiudere definitivamente i conti ci pensa Tyrese Maxey, che aggiorna il proprio tabellino a 30 punti e 9 assist e trova l’ultimo dardo da dietro l’arco per fissare il risultato sul 116-107 in favore di Philadelphia, certificando l’impresa esterna dei Sixers privi di Embiid. Non bastano i 21 punti e 16 rimbalzi di Mitchell Robinson, i 21 punti, 7 rimbalzi e 5 assist di Mikal Bridges né la doppia doppia da 22 punti e 11 rimbalzi di Karl-Anthony Towns: la serata perfetta dalla distanza dei Sixers costa ai Knicks il secondo ko stagionale davanti al proprio pubblico e interrompe bruscamente la loro corsa in vetta.