Il primo quarto al Target Center tra Wolves e Thunder è subito una scarica di adrenalina: le due squadre alzano i giri in difesa e ogni possesso viene giocato al massimo dell’intensità, ma a rubare la scena è l’espulsione lampo di Chris Finch. Il coach dei Timberwolves perde completamente la calma dopo un mancato fischio su Anthony Edwards, appena rientrato dopo due settimane di assenza: urla, proteste furiose e gli assistenti costretti a trattenerlo mentre il tecnico viene accompagnato anzitempo negli spogliatoi. l Thunder, però, restano imperturbabili: i campioni in carica continuano a giocare sul proprio ritmo e costruiscono il primo solco affidandosi al collaudato asse Jalen Williams–Shai Gilgeous-Alexander, che guidano il parziale fino al 23-33 che chiude la prima frazione con gli ospiti saldamente avanti.
L’inerzia sembra dalla parte di Oklahoma City, ma il secondo quarto si trasforma in un percorso a ostacoli per l’attacco del Thunder: improvvisamente la macchina offensiva si inceppa, con diverse azioni consecutive senza canestro e scelte affrettate al tiro. Minnesota ne approfitta, alzando la pressione sulla palla e attaccando con più decisione il ferro: ne nasce un parziale di 15-4 che riporta i padroni di casa a contatto e riscalda il pubblico, costringendo i campioni in carica a riorganizzarsi sul piano mentale e tattico. Nonostante la rimonta, alla pausa lunga sono ancora gli ospiti a restare davanti nel punteggio, sul 48-51, e neppure le triple in apertura di terzo quarto di Donte DiVincenzo cambiano davvero la trama, soprattutto quando i Thunder reagiscono con un 16-3 che ricaccia nuovamente indietro Rudy Gobert e compagni, pur senza riuscire a chiudere definitivamente i conti.
Gobert guida una difesa coriacea, capace di sporcare quasi ogni linea di passaggio e di spingere Oklahoma City su tiri più complessi, mentre il resto del gruppo aumenta gli sforzi per tenere viva la partita, pur restando costantemente a inseguire nel punteggio. A fine terzo periodo il tabellone segna 83-85, con i Thunder ancora avanti ma visibilmente meno fluidi, mentre i Wolves hanno ormai trovato il loro ritmo, soprattutto sul piano dell’intensità e dell’energia collettiva su entrambi i lati del campo. In avvio di ultimo quarto arriva una nuova, pesante crisi offensiva per Shai Gilgeous-Alexander e compagni: Minnesota mostra i muscoli dietro, chiudendo l’area, passando forte sui blocchi e costringendo SGA a percentuali più sporche, finché il MVP 2025 non trova finalmente il modo di sbloccarsi con una serie di canestri consecutivi che tengono aperto il confronto.
Il momento chiave arriva nel finale: Shai piazza una tripla fondamentale che riporta i campioni in carica a +3 a due minuti dalla sirena, ma è solo il preludio allo show di Anthony Edwards, deciso a riprendersi completamente la scena nel suo rientro. La guardia di Minnesota colpisce prima dall’arco a 37 secondi dal termine per ricucire lo strappo, poi firma una giocata difensiva clamorosa andando a stoppare proprio Gilgeous-Alexander sul possesso successivo. E sull’ultima azione Edwards completa l’opera con un’altra difesa perfetta, costringendo SGA alla persa che chiude virtualmente la sfida: i Timberwolves vincono 112-107, infliggono a Oklahoma City soltanto la terza sconfitta stagionale e mandano un messaggio forte alla Western Conference, ritrovando il loro leader nel modo più spettacolare possibile.