Amedeo Della Valle sulle esperienze all'estero, e come immagina il college nell'era NIL

Nel corso del podcast Sul Parquet di PianetaBasket (QUI LA PUNTATA COMPLETA), Amedeo Della Valle ha risposto a una domanda circa i giovani italiani che scelgono di andare all'estero, chi negli USA e chi in Europa come nel caso di Diego Garavaglia. "È una scelta molto personale. Quando sono andato io praticamente non andava nessuno. E devo dire che è una cosa che mi è servita tantissimo. Rimane ad oggi la cosa più bella che ho fatto. Dall'altra parte quando mi sono confrontato anche con Bastoni [giocatore Inter ndr] che gioca a calcio, lui mi ha fatto lo stesso esempio. Mi ha detto che stava sempre in casa, nessuno lo considerava come quando è andato via. La soluzione esatta non te la so dire, c'è soluzione in tutte e due le parti. Dalla mia io sono contento di aver fatto il percorso che ho fatto e spero di essere stato un apripista per tanti giovani al college". 

Interessante anche il secondo punto: incalzato da Piero Guerrini, secondo ospite della puntata, Della Valle ha parlato di questi contratti da centinaia di migliaia di dollari, in alcuni casi milioni, che con il fenomeno del NIL arrivano ai giovani talenti di tutto il mondo.
"Quando l'ho fatto io era gratis, per fortuna mi davano la borsa di studio. Quindi se mi chiedi se sarei più incentivato ad andare adesso... Beh ci andavo gratis. Pensa se mi pagassero... Sarei là di corsa. Come immagino che sarà il loro ritorno da quel contesto? Sicuramente è un argomento molto complicato, lo so dove vuoi arrivare. Il ritorno per me è stato complicato nonostante negli USA non guadagnassi soldi, non oso immaginare dopo che guadagni tanti soldi di là come possa essere ritornare in Europa e guadagnarne menoo. Può essere molto impattante, però d'altronde se uno sceglie di fare professionista deve essere anche ben seguito e ben indicato e ben consapevole che quello che vedi lì non è necessariamente come sarà poi nella vita reale".