Peppe Poeta e gli arbitri: «Più malizia? Non ce l'ho. Se devo urlargli addosso non sono me stesso»
Peppe Poeta e l'approccio con gli arbitri. Il tecnico dell'Olimpia Milano indica Saras Jasikevicius come "modello d'ispirazione, da ex playmaker e grande allenatore". Ma nella conferenza stampa dopo la sconfitta contro il lituano nella gara tra la sua Olimpia e il Fenerbahce, a chi fa notare che Jasikevicius "trita psicologicamente" la terna per quaranta minuti lui replica: "Aggiungere più malizia? Non ce l'ho. Se serve ci proverò, ma non ce l'ho. L'anno scorso mi hanno detto che devo essere più duro con i giocatori, ma dal punto di vista caratteriale non scendo a compromessi. Se mi dici che devo essere più duro, mi devo fare odiare e vinci tre EuroLega, preferisco non vincere niente e essere me stesso. E lo stesso è con gli arbitri. Se devo urlargli addosso non sono me stesso, non fa parte del mio carattere. Non so se ne beneficia, lo fanno tutti ma voglio credere che non benefici. Credo sempre che gli arbitri possano sbagliare, sono come gli allenatori. Caratterialmente però sono me stesso, se per vincere bisogna mettere pressione agli altri non sarò in grado di farlo. L'anno scorso ho avuto zero tecnici, forse uno perché ho messo un piede in campo. Però non è una cosa che secondo me non porta beneficio, lo spero. Magari dovrei farlo, ma non ce la faccio".