Il Panathinaikos piega la capolista Hapoel Tel Aviv. OAKA resta la roccaforte
Capolista o no, ad OAKA “parla” la miglior squadra della Euroleague: il Panathinaikos Aktor doma la Hapoel Tel Aviv 93-82 e capitalizza il colpo esterno di 48 ore prima a Istanbul. La squadra di Itoudis ha più volte riaperto la contesa nella bolgia del “Telekom Center Athens”, ma nella volata è emersa la profondità del roster di Ataman, di nuovo eccellente: difesa serrata, concentrazione totale e protagonisti diffusi consegnano una vittoria d’oro di regular season. Il Pana sale 11-6, la Hapoel resta a 12-5.
Nel tratto decisivo i verdi “mordono” dietro, costruiscono margini e li amministrano fino alla sirena, nonostante l’assenza di Richaun Holmes e la mano fredda dall’arco (7/26 da tre). Stavolta il dato fa la differenza: 16 assist e appena 4 palle perse, specchio di un livello alto quando ci sono lucidità e mentalità giusta. Cedi Osman aggiunge dimensione su entrambe le metà campo e piazza la tripla che chiude la gara (17 punti), Kendrick Nunn si accende dopo l’intervallo e “spacca” la difesa (19 punti). Kostas Sloukas è chirurgico nei momenti chiave (8 punti, 4 assist), Jerian Grant è l’X-Factor (9 punti, 6 rimbalzi, lavoro difensivo straordinario), Omer Yurtseven convincente (11 punti, 4 rimbalzi) e Kenneth Faried domina il vetro (8 punti, 11 rimbalzi). Panagiotis Kalaitzakis è “chiave” nel contenere Vasilije Micic (4 punti, 2/6, 2 assist, 2 perse). Dall’altra parte, pesano le 11 libere sbagliate Hapoel (9/20).
L’avvio è un manifesto: quintetto sorpresa (Grant, Kalaitzakis, Osman, Mitoglou, Faried), PK “incollato” a Micic e immediata ricompensa. L’asse Osman–Faried ingrana, Hernangomez subentra a Mitoglou e il turco firma l’12-8 al 5’ (8 punti). Con energia su parquet, panchina ed extra, il Pana confeziona un 13-0 (da 7-8 a 20-8), difendendo con feroce applicazione: Hapoel resta a secco per 4’, 0/3 da tre e 4 perse. La capolista reagisce poi con un 7-0 (20-17 al 9’) della second unit, Ataman alterna assetti e difesa “handball-style” e chiude la prima frazione 22-17.
Nel secondo quarto Yurtseven (gioco da tre) mantiene il controllo (29-21, poi 33-26), ma Colin Malcolm entra da fattore (12 punti, 5/6) e tiene l'Hapoel viva (35-31). Con disciplina e principi chiari, gli israeliani colpiscono da tre con Bryant ed Ennis, sorpassando 41-45 al 19’. All’intervallo il match è in equilibrio: 45-46, 12 assist–5 perse e 40% da tre per gli ospiti.
Dopo la pausa è una serie di cambi di vantaggio: il Pana riparte con un 9-0 (54-46) su difesa e transizione, Hapoel rientra con Ennis da tre (54-53) e mette il naso avanti con Oturu (54-55). Ataman rischia un quintetto basso, Yurtseven risponde (58-57), Ennis punisce (58-60, 16 punti), ma Sloukas orchestra: assist per Grant, e vantaggio 65-62 alla terza sirena. Nel quarto periodo il capitano dà l’impulso: 2/2 ai liberi e tripla dall’angolo per il 70-62, Grant “ruba il portafoglio” a Micic e Osman in transizione fissa il 72-62. La difesa dell’OAKA obbliga Hapoel a errori in serie, Nunn danza e ristabilisce la doppia cifra (75-62, 77-64), Osman sigilla con la tripla (80-66) e, nonostante il tentativo di Blakeney (82-72), Nunn scrive 85-72. Finisce 93-82: i verdi mostrano i denti alla capolista e OAKA si conferma la roccaforte d’Europa.