LBA - Olimpia Milano, Messina "Non è un dovere vincere la terza stella"

LBA - Olimpia Milano, Messina "Non è un dovere vincere la terza stella"
© foto di SAVINO PAOLELLA

Ettore Messina apre ufficialmente la caccia alla terza stella per la sua Olimpia Milano concedendosi sulle pagine del Corriere dello Sport ad Andrea Barocci. Sabato si comincia la sagra dei playoff di serie A alle ore 18:00 contro la Germani Brescia al Forum di Assago. Come sempre tiene banco la narrazione della catena di infortuni che ha costellato la squadra per tutta la stagione.

Primo posto in campionato. "Il primo posto è stato una grande soddisfazione, una gara in più in casa può sempre essere utile. Allo stesso tempo so che abbiamo dovuto fare e disfare in continuazione. La capacità di adattamento e la voglia dei ragazzi di affrontare anche insuccessi personali, perché c'è chi ha giocato meno, o meno bene di quello che si aspettava, mi fa essere grato alla squadra per la disponibilità di tutti."

Stagione snervante quella del coach? "Sinceramente conta poco ciò che è stato per me, molto più importante invece quello che è stato per i giocatori. Ovvero un anno molto complesso. Per questo l'aver dimostrato questa continua voglia di rigenerarsi mi fa avere un grande rispetto per i miei giocatori. Tra l'altro, mentre prima eravamo molto pochi, ora siamo in sovrabbondanza: qualcuno sa già che non giocherà, e questa è una cosa durissima. Non ho soluzioni a riguardo, e rispetto molto la disponibilità che mantengono tutti. Avere persone che collaborano a questo fare e disfare, è fondamentale."

La stella polare di Ettore. "Quella di cercare di avere sempre una comunicazione diretta e onesta. Non posso venirti a raccontare storie sul perché non giochi: se non giochi è per questo motivo, e te lo dico. Forse dovrei essere più bravo a vedere il bicchiere mezzo pieno, però purtroppo ho il mio carattere. L'unica cosa che posso garantire è quella che il maestro Gregg Popovich chiama "brutal onesty", onestà brutale. Non è voler scimmiottare un grande che non è copiabile, è piuttosto un insegnamento fondamentale. Anche per i più giovani: devi comunque aiutarli ad affermarsi secondo questo criterio."

E' un dovere vincere la terza stella? "Non lo sento come tale se non perché mi piacerebbe che la squadra finisse bene questa stagione. Se lo merita. Ma ci sono tanti altri che se lo meritano. Noi di certo non possiamo dire "siamo i più belli del reame e vinciamo". Mi ha molto appassionato l'intervento di Antetokounmpo che in qualche modo si ricollega alla domanda: alla fine, come ha spiegato lui, se hai la capacità come gruppo e come individui di dire onestamente "qui non ho fatto bene o non ho fatto tutto ciò che andava fatto", è già un'autocritica molto forte che permette di migliorare nel futuro."

Utili al basket le polemiche con Bologna? "Sta facendo la domanda alla persona sbagliata. Da quando sono arrivato all'Armani, nessuno di noi ha mai fatto riferimento a un avversario, né di Eurolega né di campionato. Viceversa, spesso leggo che vengono fatte o dette cose in riferimento a noi…"

Un rimpianto? "Purtroppo esiste: partecipare alle Olimpiadi. Aver mancato la qualificazione al preolimpico di Torino nel 2016 è un dispiacere ancora molto forte. Mai dire mai? Ormai sono treni passati. E poi adesso vanno di moda altri allenatori."