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Coach Sandro Orlando: altro giro altro paese, il Libano

L'allenatore italiano da poche settimane è a Beirut alla guida di una società ben organizzata e legittimamente ambiziosa. Come lui
24.12.2025 09:00 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Coach Sandro Orlando: altro giro altro paese, il Libano

L'ennesima tappa del giro del mondo, sportivo, di Sandro Orlando questa volta è a Beirut, la capitale del Libano. La squadra è l'Azour Sporting Club, Una società nata da poco ma che già l'anno scorso ha fatto - da neo promossa nella Prima Divisione - le semifinali. E quest'anno per provare a fare un altro passo in avanti, ha chiamato il coach italiano. Che, fa bene ricordarlo, è l'ultimo allenatore italiano ad aver vinto una coppa europea con una squadra italiana. quella che oggi si chiama EuroCup. Accadde nel 2008 con Schio. E nel 2019 ha vinto l'oro agli Europei U19 femminili. Più una lunga carriera di successi in giro per l'Italia: Schio più volte, Ribera, Napoli, Treviglio, Vicenza, Battipaglia, Parma da dove è partito.

"Qui si sta bene - dice con voce serena ed entusiasta - il livello del basket femminile è buono, c'è tradizione in Libano per il basket. La mia squadra - che però è ancora senza una straniera - credo che farebbe una figura più che accettabile nella nostra serie A2. Le mie giocatrici si dedicano alla pallacanestro in toto, almeno in otto.  Poi ci sono tre o quattro che fanno l'università ma sono sempre presenti agli allenamenti del mattino. Si vede che hanno una buona base e soprattutto hanno voglia di stare in palestra a lavorare e seguirmi". 

Il Libano dunque come settima tappa del giro del mondo che ha portato Orlando in Turchia, Polonia, Messico, Ungheria, Romania, Arabia Saudita. E Beirut, una città ai più nota specie per le vicende della guerra civile che ha distrutto quella che era considerata una piccola Parigi. "E si vede in certi quartieri l'eredità della guerra. Ci sono palazzi con grandi buchi in certi quartieri ma per il resto la ricostruzione è stata fatta bene, ci sono palazzi moderni come a Dubai o in Arabia Saudita, ed altri che ricordano la tradizione francese e Beirut è ancora molto francese. Qui la popolazione, oltre alla  lingua del posto,  parla francese ed inglese facilmente. Ci sono molti stranieri di tutti i tipi, c'è una vivacità culturale e di movimento davvero notevole. Il problema? Il traffico".

Com'è la situazione organizzativa?

"Ottima. Io, il mio vice che è francese, ed un'altra giocatrice viviamo in un bel compund e le straniere anche saranno alloggiate qui. Io ho un bel giardino e sono vicino al mare che per me è vitale. La società è molto ben organizzata, ha risorse importanti, il presidente ha appena compiuto 36 anni ed è un vero appassionato che sa cosa vuole e non butta via il denaro. L'impianto dove ci alleniamo e giochiamo - ha circa 800 posti per gli spettatori -  è all'interno di un centro scolastico privato: dentro c'è una Università, un asilo, e le altre scuole. Più molto altro tipo palestre di tutti i tipi, piscine e via dicendo, molto moderno. Sono contento per adesso e mi sto divertendo a fare il mio lavoro".

Le straniere?

"Qui non è facile attirare le giocatrici straniere che magari dicono sì - e possiamo cercarle di buon livelo ed offrire loro un signor contratto - poi guardano dov 'è il Libano e si spaventano anche perchè magari qualcuno gli dice che è un posto pericoloso. Però intanto abbiamo  preso Talia von Oelhoffen, americana di 23 anni, un play/guardia con un gran fisico e buone referenze, quello che cercavo. E stiamo cercando una lunga, un numero 5. Per la fine dell'anno dovremmo essere a posto anche perchè il campionato inizia l'8 gennaio. Sono dieci squadre tra le quali la Nazionale libanese Under 18, con due straniere, ed un sistema di punteggi che dà la Federazione per cercare di eqilibrare il campionato.  Le giocatrici della Nazionale - io ne ho tre più una ex per sole ragioni di età - per esempio hanno cinque pèunti e con questo sistema si fanno le rose".

E' riuscito a fare il turista?

"Una sola volta sono stato a Biblos, antica città femicia molto bella,  piena di cose da vedere tra cui il Museo archeologico.  Per il resto ho visto poco perchè di tempo dopo il  lavoro non c'e ne è molto specie in questa prima fase. Ma mi risprometto di andare ancora in giro.  Voglio dire che qui si sta bene: ci sono tante religioni che vivono in equibrio,  non c'è polizia in giro ed una volta abituati al loro modo sistema di guidare, si gira molto tranquillamente. In più si mangia molto bene. Le ragazze sono molto sulpezzo. Che voglio di più?".