I Suns travolgono i Lakers: seconda sconfitta di fila per Los Angeles a Phoenix
Per la prima volta in questa stagione, i Los Angeles Lakers incassano due sconfitte consecutive e lo fanno nel modo più doloroso venendo travolti a Phoenix da Suns autoritari, che si impongono 132-108 al termine di una partita a senso unico dopo l’intervallo. L’assenza di Luka Doncic, toccato a una gamba, non basta a giustificare il divario: se in avvio la squadra di JJ Redick riesce comunque a mostrare qualche buona lettura offensiva, con Jake LaRavia a guidare il primo minibreak ospite, alla lunga la fisicità e la continuità della formazione di casa finiscono per fare tutta la differenza.
Phoenix trova subito in Dillon Brooks il proprio riferimento emotivo e tecnico: il canadese è provocatore, verbale, ma soprattutto tremendamente efficace, disinnescando così ogni tentativo dei Lakers di mettere la gara sul piano del ritmo controllato e dei dettagli difensivi.
E dire che l’inizio di Los Angeles non è affatto negativo: privi del loro faro offensivo designato, i Lakers si aggrappano alla freschezza di LaRavia, che firma il parziale iniziale e permette agli ospiti di prendere cinque punti di margine. Phoenix però reagisce immediatamente, sempre con Brooks al centro del palcoscenico, autore di sei punti in rapida successione e di una serie di possessi ad alta intensità che ribaltano l’inerzia del primo quarto.
Le percentuali raccontano bene la differenza di lucidità: i Suns volano attorno al 70% al tiro, mentre i gialloviola si fermano al 50%, nonostante la presenza di Deandre Ayton nel pitturato, già in doppia dimensione statistica con punti, rimbalzi e perfino qualche intercetto. Los Angeles concede 16 dei primi 23 punti di Phoenix direttamente nella propria area, un segnale di allarme evidente sulla protezione del ferro, nonostante il rientro in campo di Austin Reaves dopo l’infortunio, subito produttivo con quattro punti in cinque minuti. Il primo parziale resta comunque a contatto, ma il 29-26 con cui i Suns chiudono il quarto fotografa un equilibrio solo apparente, perché la sensazione è che la squadra di casa abbia già trovato la propria chiave tattica.
Nel secondo quarto l’andamento si fa decisamente più complicato per i Lakers, che lo aprono nel peggiore dei modi: un attacco statico, poca circolazione di palla e scarsa presenza a rimbalzo difensivo. Una poderosa schiacciata di Oso Ighodaro segna la prima vera fuga Suns sul 38-30, costringendo LeBron James e Marcus Smart a prendersi maggiori responsabilità per limitare i danni, mentre Reaves continua a salire di colpi offensivamente (17p). Phoenix però trova nuove risorse sul perimetro: Royce O’Neale mette a segno la sua terza tripla della sola prima metà, Jordan Goodwin aggiunge la propria firma dall’arco e il vantaggio della squadra di casa si dilata per la prima volta in doppia cifra sul 59-49, mentre dall’altra parte i Lakers sprecano troppi viaggi in lunetta. Come se non bastasse, Reaves accumula rapidamente quattro falli, complicando la rotazione di Redick e togliendo un riferimento prezioso in attacco. All’intervallo il 67-57 per i Suns sembra ancora recuperabile, ma la sensazione è che la partita sia già sbilanciata: Phoenix detta il ritmo, Los Angeles resta aggrappata più all’orgoglio che a un piano gara realmente efficace.
La ripresa, però, non lascia più spazio alle illusioni: fin dalla prima azione del terzo quarto i Suns cambiano marcia e la gara sostanzialmente si chiude. Devin Booker comanda le operazioni (18p+11as),O’Neale apre la seconda metà con l’ennesima tripla, Mark Williams completa un gioco da tre punti con fallo subito e l’inerzia si sposta definitivamente, con il margine che schizza fino al +18 e costringe Redick a un timeout lampo nel tentativo di invertire il trend. Ogni tiro sbagliato dei Lakers diventa un canestro facile nella metà campo opposta mentre Brooks continua a colpire da ogni zona del campo e trova perfino il tempo di provocare LeBron con un shimmy dopo l’ennesima tripla realizzata. Nonostante un canestro allo scadere di Reaves, il tabellone a fine terzo quarto recita 112-86 Suns, con Phoenix in totale controllo del ritmo e delle emozioni della partita.
Nell’ultimo periodo il match perde ogni residuo di suspense: Jordan Ott apre il campo ai suoi giovani e ai comprimari, trasformando gli ultimi minuti in una passerella per la profondità del roster di casa. Il 132-108 finale certifica non solo la seconda vittoria in tre incroci stagionali dei Suns contro i Lakers, ma soprattutto un campanello d’allarme per Los Angeles, chiamata a ritrovare identità difensiva e durezza mentale prima che questa striscia negativa diventi una pericolosa tendenza.