«Stiamo distruggendo i giocatori»: Jasikevicius e le preoccupazioni del calendario di EuroLega
Il Fenerbahce Beko Istanbul porta a casa una vittoria di nervi e sofferenza, superando l'FC Barcellona per 72-71 in un finale vietato ai deboli di cuore. A guidare i padroni di casa sono stati Talen Horton-Tucker e Tarik Biberovic, entrambi a quota 16 punti, ma l'uomo della provvidenza è stato Wade Baldwin, glaciale nel segnare i tre tiri liberi decisivi che hanno blindato il risultato. Per i blaugrana non sono bastati i 20 punti di un mai domo Kevin Punter e i 19 di Dario Brizuela in una sfida dove, alla fine, la precisione dalla lunetta ha fatto la differenza tra vittoria e sconfitta, confermando quanto l'equilibrio in vetta alla EuroLeague sia ormai sottilissimo.
Oltre all'analisi tecnica del match, coach Sarunas Jasikevicius ha approfittato del post-partita per fare il punto su un’infermeria che continua a condizionare pesantemente le rotazioni turche. Le notizie fornite dal tecnico lituano delineano un quadro di rientri graduali ma ancora incerti: “Scottie (Wilbekin) ha appena visto il medico oggi. Vediamo se riuscirà a scendere in campo e a iniziare presto un po' di lavoro con la palla. Mikael (Jantunen) probabilmente ha bisogno di un altro paio di giorni. Penso che (Onuralp) Bitim sia lontano dal rientro per almeno due settimane”. Gestire queste assenze diventa un’impresa titanica in un contesto agonistico che non concede pause.
Proprio sul tema del calendario, "Saras" ha lanciato un durissimo atto d'accusa, puntando il dito contro i ritmi insostenibili imposti ai giocatori dall'attuale formato della competizione. Lo sfogo del tecnico è stato netto e senza sconti: “Da un lato capiamo perché lo stiamo facendo, sapete, con 20 squadre. Dall'altro lato, stiamo distruggendo i giocatori. Quindi, ovviamente, bisogna fare qualcosa. Nel basket europeo e nel basket in generale, non possiamo giocare 5 partite in 9 giorni, con 4 probabili voli, in periodi come questo durante la stagione. Voglio dire, i giocatori in certe situazioni sono totalmente cotti, sapete, nelle loro teste e nei loro corpi, intendo dire che sono a un livello di esaurimento”. Parole pesanti che riaprono il dibattito sulla salvaguardia della salute degli atleti, ormai portati costantemente oltre il limite della resistenza fisica e mentale.