La NBA ammette di non riuscire a contrastare con efficacia il tanking
La NBA e la lotta al tanking sono temi ricorrenti ormai da anni, e la Lega sta valutando nuove misure per contrastarlo, nel tentativo di tutelare l’integrità competitiva dopo lo scandalo scommesse esploso a inizio stagione. Come riportato da ESPN, la NBA ha iniziato a raccogliere il parere dei proprietari e dei GM su possibili modifiche regolamentari. I confronti sono avvenuti durante il Board of Governors di venerdì, occasione in cui sono state presentate diverse ipotesi all’interno di un più ampio piano per ridurre le sconfitte intenzionali. Questo rinnovato impegno arriva in parallelo all’introduzione di nuove norme pensate per limitare la diffusione di informazioni riservate e prevenire manipolazioni delle prestazioni, ovviamente per riuscire ad aumentare le chance di avere buone scelte al Draft successive.
Ma le misure sono state anche varate dopo le incriminazioni federali che hanno coinvolto Terry Rozier dei Miami Heat, l’allenatore dei Portland Trail Blazers Chauncey Billups e l’ex giocatore NBA Damon Jones, che informava gli scommettitori sullo status di LeBron James prima delle partite. Sebbene le nuove regole siano focalizzate principalmente sulle attività legate alle scommesse, la lega considera il tanking un fenomeno strettamente connesso, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli infortuni e le scelte di roster nelle ultime settimane di stagione. Negli ultimi anni, infatti, diverse squadre hanno deciso di far riposare i propri giocatori più importanti o di chiuderne anticipatamente la stagione con scuse varie per aumentare le probabilità di ottenere una scelta alta al Draft. Una strategia spesso legata alla presenza di pick protette, che può incentivare le franchigie a perdere volutamente nel finale di campionato.
Secondo quanto emerso, la NBA avrebbe messo sul tavolo varie proposte in una fase preliminare di brainstorming. Tra queste, la possibilità di limitare le protezioni delle scelte al top 4 o al top 14, eliminando così le protezioni intermedie. Un’altra idea prevederebbe il divieto per una squadra di ottenere una scelta nelle prime quattro posizioni in due anni consecutivi. È stata discussa anche l’ipotesi di “congelare” le posizioni della lottery dopo il 1° marzo. L’obiettivo dichiarato è mantenere competitive le squadre fuori dalla corsa playoff fino al termine della stagione. I dirigenti della NBA hanno sottolineato che il desiderio, con queste nuove regole, non è penalizzare le franchigie impegnate in ricostruzione o che puntano sui giovani, ma anzi scoraggiare chi indebolisce deliberatamente il roster per migliorare la propria posizione al Draft. Da capire se queste soluzioni saranno poi effettivamente efficaci o meno.