Reggio Emilia, come l'arrivo di Stephen Brown apre nuovi scenari per la squadra di Priftis
La Pallacanestro Reggiana ha ufficializzato nella giornata di ieri l'ingaggio di Stephen Brown, il rinforzo sugli esterni tanto atteso per dare profondità alle rotazioni di coach Priftis. Classe '96, play-guardia "tascabile" di 180 centimetri, l'americano arriva dal Paok Salonicco, club che lo ha liberato dopo gli arrivi di profili NBA come Patrick Beverley, ma anche di Timmy Allen dalla Trapani Shark e di Breein Tyree, ex Sassari. Il GM Sambugaro mette così a disposizione della squadra un elemento capace di garantire potenzialmente circa 11-12 punti di media, ma soprattutto un gestore di palla affidabile in grado di dare ordine alla manovra e offrire una valida alternativa a Caupain nei momenti di appannamento, sopperendo così alle recenti difficoltà del reparto esterni. Un rinforzo che arriva nel momento in cui Reggio ha chiuso una incredibile striscia negativa in campionato, per la gioia della presidente Bartoli che era già intervenuta con la società per firmare JT Thor, il cui impatto fino adesso è stato notevole.
L'entusiasmo per questa nuova avventura è palpabile anche nelle prime parole di Brown, impaziente di debuttare in Italia e di conoscere il calore dei tifosi reggiani. Coach Priftis ha espresso soddisfazione per l'innesto, sottolineando come il giocatore sia già in pieno ritmo partita - dal momento che stava giocando con il Paok - e possieda la capacità di leggere il gioco e creare vantaggi per i compagni. Sebbene non sia un agonista estremo alla Briante Weber, la sua versatilità offensiva e la sua intelligenza tattica rappresentano una boccata d'ossigeno necessaria per una squadra che cerca maggiore continuità ed efficacia contro le difese più strutturate del campionato.
L'arrivo di Brown obbliga però la società a scelte delicate per quanto riguarda il turnover degli stranieri. Se in FIBA Europe Cup il problema non sussiste, in campionato l'indiziato principale a finire in tribuna sembra essere Jaime Echenique, il cui impiego è andato progressivamente calando a favore di Williams. Rimane invece più complessa la situazione legata a Jamar Smith: nonostante il rendimento opaco, il "Chirurgo" è l'elemento più oneroso del roster e il suo profondo legame di stima con Priftis suggerisce una gestione improntata al massimo rispetto, accompagnandolo verso quelli che, con ogni probabilità, saranno gli ultimi mesi di una carriera prestigiosa.