Golden State, lite insanabile tra Steve Kerr e Draymond Green?

Golden State batte Orlando e Phoenix, ma le due vittorie sono offuscate dall’ennesima tempesta targata Draymond Green
Golden State, lite insanabile tra Steve Kerr e Draymond Green?

`La vittoria per 120-97 sui Magic avrebbe dovuto rappresentare una serata di relativa serenità per i Golden State Warriors, tornati al 50% di record (15-15) grazie alla seconda affermazione consecutiva. Invece, anche contro Orlando l’attenzione si è spostata rapidamente da Steph Curry al solito Draymond Green. Nel secondo tempo, infatti, le telecamere hanno immortalato un alterco durissimo in panchina tra Steve Kerr e il veterano, con toni ben oltre la normale discussione tecnica. Green ha lasciato la panchina per rientrare negli spogliatoi, salvo poi ripresentarsi a bordocampo prima del quarto periodo. Nonostante fosse di nuovo a disposizione, Kerr ha scelto di non rimetterlo in campo, spiegando nel post‑gara che «non sarebbe rientrato». Una decisione tecnica che sa tanto di presa di posizione interna, proprio nella serata in cui Curry chiude con 26 punti (10/23 al tiro), 4 triple, 6 assist, 3 rimbalzi e 2 recuperi in 31 minuti di assoluto controllo offensivo.

L’episodio contro Orlando arriva peraltro a pochissima distanza da un’altra serata caotica, quella della vittoria contro i Phoenix Suns, dove Green è stato espulso dopo appena nove minuti. In quella gara, il numero 23 aveva ricevuto il primo tecnico per una spinta da dietro a Collin Gillespie, un fallo tanto inutile quanto evidente. Pochi istanti più tardi è arrivato anche il secondo tecnico, per proteste reiterate, con conseguente rimando anticipato negli spogliatoi e l’ennesima gara lasciata a metà. A referto è rimasta una vittoria, ma la narrativa è stata ancora una volta assorbita dalla figura di Green, sempre più al centro di una stagione segnata più dalle polemiche e dalle sanzioni che dal contributo costante sul parquet.

Nel dopo‑partita contro i Suns, Kerr non ha nascosto la propria irritazione, andando oltre il singolo episodio e attaccando in maniera diretta la gestione arbitrale e disciplinare dell’NBA. Il coach ha definito «debole» il secondo tecnico fischiato a Green, ma ha soprattutto allargato il discorso al metro usato in altre situazioni, citando un duro colpo subito da Gary Payton II ai playoff: «Come fai a non essere arrabbiato? Parliamo di un giocatore che ha rotto il gomito a Gary nei playoff, con una delle giocate più sporche che abbia mai visto. Non è che manchi un precedente», ha tuonato Kerr. L’allenatore ha poi alzato ulteriormente il tono, mettendo in discussione l’utilità stessa del replay: «È tutto lì, lo vedono. Non capisco a cosa serva il replay se poi non espelli un giocatore che letteralmente tira un pugno a un avversario. È assurdo che non sia stato espulso da quella partita e poi sospeso o multato. Niente. A quanto pare, ora puoi premeditare un colpo a un tiratore indifeso e sai già che al massimo prenderai un flagrant 1. Forse dovremmo farlo anche noi… forse no.» Parole che raccontano meglio di qualsiasi tabellino quanto la tensione in casa Warriors sia arrivata a un livello critico.

In mezzo alla tempesta, Curry prova a restare il punto di equilibrio dello spogliatoio. Commentando l’alterco tra Kerr e Green contro Orlando, il due volte MVP ha scelto la via diplomatica: «Stavano solo avendo una conversazione, è una cosa che riguarda loro, non me», ha spiegato, per poi aggiungere di non credere che l’uscita di Green intaccherà il suo ruolo di leader, pur ammettendo di non aver ancora parlato con lui a caldo, ma di essere certo che «sapremo essere professionali». Resta ora da capire quale sarà la reazione della franchigia al nuovo “episodio Green”, tra possibili sanzioni interne e necessità di ritrovare coesione in un gruppo che ha ancora ambizioni playoff. Il calendario non aspetta: Golden State avrà due giorni di pausa prima di tornare in campo per la vetrina di Christmas Day, con la sfida alla Chase Center contro i Dallas Mavericks di Cooper Flagg. Un palcoscenico nazionale che arriva nel momento più delicato della stagione, e che dirà molto non solo sulla tenuta tecnica dei Warriors, ma anche sulla loro capacità di restare uniti mentre attorno infuria la tempesta.