Denver devastante: 19-0 iniziale e record di triple nella vittoria sugli Utah Jazz
I Denver Nuggets partono con una furia agonistica impressionante sui malcapitati Jazz e aprono la gara con un devastante 19-0 nei primi quattro minuti, indirizzando immediatamente la sfida. Jamal Murray è il protagonista dell’avvio, guidando un attacco che chiuderà la serata con 24 triple, eguagliando il record di franchigia. Denver, che tira con il 68,2% nel primo quarto, vola sul 33-5 e non si volta più indietro, costruendo un margine che Utah non riuscirà mai realmente a minacciare. Per i Jazz è la seconda volta in 17 giorni che la squadra va sotto pesantemente prima ancora di segnare un punto: il 23-0 subito dai Knicks il 5 dicembre aveva già fatto rumore.
Murray chiude con 27 punti e cinque triple nel solo primo tempo, mentre Cameron Johnson firma un perfetto 6/6 dall’arco per 20 punti complessivi.
Denver segna 15 triple nel primo tempo e continua a macinare gioco con una fluidità che ricorda le migliori versioni della squadra campione NBA. Nikola Jokic aggiunge la sua solita firma d’autore: 14 punti, 13 rimbalzi e 13 assist per la tripla doppia numero 14 della stagione e la 178ª in carriera, raggiunta con un assist per Peyton Watson a 7:10 dalla fine del terzo quarto. Watson, rientrato dopo due gare di assenza, chiude con 20 punti e tanta energia su entrambi i lati del campo. Utah prova a restare aggrappata alla partita con i 27 punti di Lauri Markkanen e i 20 di Keyonte George, ma la differenza di ritmo e precisione al tiro resta evidente per tutta la gara.
I Jazz accennano una reazione nel terzo quarto con un parziale di 13-2 che riduce lo svantaggio a 17 punti, ma Denver risponde immediatamente e ristabilisce il controllo. Nel quarto periodo Tim Hardaway Jr. prova a riaprire la gara con tre triple in 46 secondi, arrivando a 21 punti personali, ma i Nuggets non tremano e chiudono senza affanni. La serata si chiude così con una delle prestazioni più dominanti della stagione, un mix di precisione dall’arco, intensità difensiva e gestione dei ritmi che conferma Denver tra le squadre più temibili della Western Conference.