Donne che fanno la differenza con Graziella Bragaglio

Fonte: La Voce del Popolo - Vittorio Bertoni
Donne che fanno la differenza con Graziella Bragaglio

Donne che fanno la differenza. Donne che si sono distinte nell'ambito della cultura, della ricerca, dello sport e dell'economia. Donne che sono un esempio per professionalità, impegno e passione: Graziella Bragaglio, Nadia Busato, Mara Galeazzi, Johanelis Herrera Abreu e Flavia Bustreo (nella foto). A queste donne è stato assegnato il premio "She made a difference" organizzato da Ewmd, network internazionale che promuove il talento femminile, giunto quat'anno all'11a edizione. "L'obiettivo - spiega Daniela Bandera copresidente nazionale - è diffondere alle giovani generazioni il messaggio che le donne possono arrivare a ruoli di vertice, dimostrando le proprie capacità e sconfiggendo i pregiudizi".

Graziella Bragaglio. Da un decennio presidente del Basket Brescia Leonessa che ha riportato nell'olimpo nazionale, premiata "per la caparbietà con cui trasforma la sua visione in risultati" con il valore aggiunto di operare in un mondo governato da uomini.

Nadia Busato. Esperta di comunicazione, giornalista, blogger e scrittrice ha fatto la differenza "per aver restituito dignità a quelle donne che pur essendo state protagoniste della Storia ne sono state ingiustamente escluse".

Mara Galeazzi. Ètoile di fama internazionale, già prima ballerina del Royal Ballet di Londra, fondatrice della 'Dancing for the children foundation' che reperisce fondi per bambini in difficoltà nel terzo mondo, un esempio "per la tenacia con cui ha saputo trasformare il talento in temperamento".

Johanelis Herrera Abreu. Domenicana, corre per l'Atletica Brescia 1950, è la donna più veloce d'Italia, ha ricevuto il premio Primavera destinato alle under 30, per "la voglia di imparare, crescere e dare il meglio di sé".

Flavia Bustreo. Epidemiologa di Mestre, premiata per la categoria nazionale, impegnata sul fronte del diritto alla salute materno-infantile che ritiene una sfida di civiltà. "Perchè non è accettabile che ogni anno muoiano 300mila donne di parto, un milione di neonati e 6 milioni di bambini".

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