LBA - Virtus Roma: precoce solitudine, niente glamour e tanta amarezza

12.12.2020 08:30 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
LBA - Virtus Roma: precoce solitudine, niente glamour e tanta amarezza

Dopo molto tempo passato senza dire una parola, Claudio Toti ha concesso un'intervista ad Andrea Barocci del Corriere dello Sport che, se possibile aggiunge ancora più confusione sul modus operandi del presidente almeno negli ultimi cinque anni di gestione della Virtus Roma.

Abbiamo finalmente un nome a cui associare la fotografia degli "americani" presenti alla partita con Pesaro: Kia Investment. Peccato però che Kia è l'acronimo di Kuwait Investment Authority, chiaramente un fondo sovrano mediorientale.

Zero cultura in pallacanestro, cento cultura in business: era logico capire che non potevano essere interessati a una società il cui valore aggiunto, se mai ne fosse rimasto, era intangibile.

Dopo l'autoretrocessione in serie A2 alla fine del campionato 2014-15 la Virtus, fin qui targata Acea non ha più trovato un main sponsor. Anzi, l'ultimo annunciato perfino sul sito di Legapallacanestro, Unicusano, è finito forse a colpi di carte bollate

Crediamo veramente a Toti quando dice che trovare uno sponsor a Roma sia estremamente duro. Ma su cause e responsabilità dovrebbe guardare dentro casa sua. Alla propria capacità di attrazione, l'appeal. Una definizione dietro cui si leggono molte situazioni controverse.

Il Tempo, nell'edizione del 10 dicembre, aveva dato notizia di un tentativo di coinvolgimento di James Pallotta, l'ex proprietario della Roma Calcio noto per essere appassionato di basket e già azionista dei Boston Celtics. Un tentativo caduto nel vuoto.

Toti aveva avuto l'assist dalla LBA per ritirarsi senza vergogna (come ha fatto Pistoia) in estate. E i problemi economici ed emergenziali di allora soprattutto in settori come edilizia, commercio e turismo ben si sa che hanno tempi lunghi di ripartenza (anche senza leggere nella sfera di cristallo della seconda fase del Covid-19 in autunno). 

Due trattative di cessione rivelatesi farlocche l'avrebbero convinto a buttare dalla finestra altri 500.000 euro e iscrivere la squadra al buio il 31 luglio. E gliel'hanno anche accettata, l'iscrizione! (questo un argomento su cui torneremo nei prossimi giorni).

Quello che non riusciamo a capire come abbia fatto Claudio Toti a intraprende il percorso del "miglio verde" che, si badi bene, non è ancora finito: 600.000 euro per tornare a utilizzare nome e iscrizione FIP oppure la strada della liquidazione volontaria per evitare al figlio Alessandro l'onta di un fallimento.

Così si andrà a chiudere la storia di un club che dei tratti della romanità non ha conservato nulla. Niente glamour, niente grandezza da trasmettere alla città e ai tifosi. Rimane solo, come afferma il patron "L'amarezza, il sentimento più grande che sto provando".