Lo scandalo Billups-Rozier può rovinare la NBA e contagiare negativamente l'Europa
A Inglewood hanno aperto l'Intuit Dome per mandare sugli schermi effetti speciali e tricchetracche virtuali a volontà mentre Steve Ballmer e Kawhi Leonard fanno festa e stappano bottiglie di champagne. Il motivo? Semplice. Lo scandalo finanziario che coinvolge il proprietario dei Clippers e il suo fuoriclasse è ora ufficialmente una piccola nocciolina rispetto alla bomba di oggi che coinvolge la guardia dei Miami Heat Terry Rozier e l'allenatore dei Portland Trail Blazers (e giocatore della Hall of Fame) Chauncey Billups. Più un codazzo di gente che si aggregherà a vario titolo ai 30 lestofanti già colpiti dalla FBI. Già visto che le azioni di Rozier come quelle di Billups hanno mostrato stretti legami con le famiglie mafiose, secondo il New York Times e le dichiarazioni delle autorità inquirenti.
Considerando il profilo di Chauncey Billups e Terry Rozier, entrambi figure di spicco nel panorama NBA, il coinvolgimento del duo in uno scandalo legato al gioco d’azzardo rappresenta probabilmente il banco di prova più arduo che Adam Silver abbia mai affrontato da quando è commissioner. Il protagonista assoluto delle Finals 2004, in cui i suoi Pistons sconfissero i leggendari Lakers di Shaq e Kobe. ovvero “Mr. Big Shot” Billups per le sue gesta da giocatore, è un membro della Hall of Fame. Rozier, anche se è vicino al tramonto della sua carriera, ha sfiorato in passato lo status di All-Star con gli Hornets e è stato una pedina fondamentale nella rotazione dei Celtics del 2017, squadra che mise fine all’ultima vera corsa playoff dei Wizards.
L’arresto di Rozier, in particolare, appare specialmente da questa parte dell'Oceano Atlantico come un sintomo evidente del deterioramento etico che sta colpendo la NBA, sempre più immersa nel mondo delle scommesse sportive. La lega, con una leggerezza preoccupante, ha normalizzato un comportamento altamente coinvolgente e potenzialmente distruttivo, e ora ne sta pagando il prezzo. Da quando le scommesse sono state legalizzate nel 2018, la NBA ha agito come un distributore di vizi, promuovendo il gioco d’azzardo con una pervasività inquietante: pubblicità ovunque, spot ad ogni timeout, commentatori ossessionati dalle quote, e persino l’integrazione delle scommesse live nel League Pass.
Il denaro, motore di questa trasformazione, ha reso possibile un accesso quotidiano al miglior basket del mondo. Ma c’è il rischio che la NBA stia inseguendo il profitto con troppa avidità, ignorando le conseguenze. È emblematico che ogni immagine di Rozier nei notiziari sia accompagnata dal logo Robinhood, sponsor degli Heat e piattaforma di trading con una reputazione controversa per pratiche scorrette verso i consumatori. Nel frattempo, investitori anonimi e fondi di private equity stanno acquisendo franchigie NBA, come nel caso del nuovo proprietario dei Celtics, Bill Chisholm, praticamente sconosciuto fino a pochi mesi fa. Il torneo stagionale è stato ribattezzato “Emirates NBA Cup” e le amichevoli si disputano ad Abu Dhabi, segno di una globalizzazione guidata più da interessi economici che sportivi.
Ci viene da chiedere se questa è la vera parabola che persegue il progetto NBA Europe, dove ancora ci sono resistenze all'invasività delle società di betting, e questo "campionato" si rivelerà il grimaldello per il colpo finale ai valori morali dell'occidente europeo. Ci stiamo rendendo conto da dove viene quel miliardo di dollari che i proprietari, gli "owners" della NBA, hanno deciso di distogliere dal bottino da spartire per finanziare l'avventura nel Vecchio Continente. Ma quando la ricerca del profitto inizia a sacrificare il rispetto per i tifosi e l’integrità del gioco, è lecito chiedersi se si sia superato il punto di non ritorno. A nostro avviso, quel momento è già passato, e ne chiederemo conto alla FIBA che sta spalleggiando Silver per avere un bonus di quattro posti nel torneo per quattro squadre destinate a spartirsi gli ultimi posti.
La NBA, oggi, sembra disposta a tutto pur di monetizzare: si lega a sponsor discutibili, promuove comportamenti compulsivi e dipendenze, e accetta capitali da regimi e fondi che operano in zone grigie dei diritti umani. È una deriva che merita attenzione, e che i tifosi non dovrebbero ignorare.