Tragedia Rieti, il gip convalida gli arresti: "Consapevoli e compiaciuti"

I tre ultrà della Sebastiani Rieti accusati di omicidio volontario aggravato per l'agguato di domenica scorsa al pullman dei tifosi del Pistoia basket costato la vita all'autista Raffaele Marianella hanno ricevuto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere dal gip. Per il gip "si sono dimostrati perfettamente consapevoli dei possibili risvolti giudiziari che la vicenda avrebbe avuto su di loro" e fin da subito "compiaciuti per il lancio dei sassi". Hanno esultato, come raccontano 5 testimoni, dicendo "li abbiamo distrutti, li abbiamo sfondati" e poi hanno commentato testualmente "ce danno omicidio a tutti". Frasi terribili che, sottolinea il giudice, rivelano "in modo chiaro non solo la loro effettiva partecipazione materiale e morale all'agguato mortale, ma anche la loro piena consapevolezza della natura della loro azione".
"Gli indagati - scrive ancora il gip - risultano quindi attinti da gravi indizi di colpevolezza relativamente al reato contestato, a titolo di concorso tra loro, dovendosi precisare che benché solo uno di essi abbia sferrato il lancio risultato di fatto fatale per la vittima (presumibilmente proprio il Pellecchia Kevin), gli altri due hanno sicuramente fornito un contributo morale alla condotta omicidiaria, avendone condiviso sin dal principio l'ideazione, l'organizzazione nonché infine la fase esecutiva". Scrive l'ANSA che "dalle centinaia di pagine di verbali redatti dagli investigatori di Mobile e Digos, coordinati dal pm Lorenzo Francia, emergono, infatti, palesi ammissioni", ma anche che la cimice piazzata nella stanza dove li hanno rinchiusi registra le parole con cui Kevin, il più giovane dei tre, ammette di avere lanciato il sasso che ha ucciso Marianella. "Era quello più appuntito" questa la frase che inchioderebbe il 20enne".
Al momento del lancio delle pietre c'erano altri 8 ultrà, subito sottoposti al test del Dna dalla Polizia scientifica. Altre 5 persone sono testimoni, che una volta arrivati li e capita la gravità dell'azione, hanno deciso di fermarsi: "Una volta arrivati a Contigliano - dice uno di loro e a riportarlo è ancora il gip - ho capito che le intenzioni degli altri ultras erano pesanti. C'erano alcuni incappucciati che tenevano pietre enormi in mano ed io ed altri due tre ragazzi abbiamo desistito da qualsiasi intento".