NBA ed EuroLeague 2025-26: l’epidemia di infortuni tra carichi di lavoro e calendari impossibili
La stagione NBA 2025-26 è stata segnata sin dall’inizio da un numero impressionante di infortuni che hanno colpito superstar e giocatori chiave. Da LeBron James fermo per sciatica, a Joel Embiid in recupero, fino a Ja Morant e Trae Young, la lista degli indisponibili è lunga e preoccupante. Studi americani hanno evidenziato come la combinazione di calendario congestionato, viaggi continui e carichi di lavoro eccessivi aumenti il rischio di lesioni muscolo/scheletriche, in particolare a ginocchia, caviglie e tendini. L’uso di tecnologie di monitoraggio e il cosiddetto *load management* (gestione del carico) non sembrano sufficienti a contenere un fenomeno che sta condizionando l’intera lega.
Parallelamente, anche l’EuroLeague 2025-26 sta vivendo una vera e propria emergenza. Dopo appena otto turni e tre settimane con doppi impegni, i numeri sono allarmanti: su 288 giocatori utilizzati, solo 146 hanno disputato tutte le partite (50,7%). L’Olimpia Milano, ad esempio, ha potuto contare su appena 7 giocatori sempre presenti su 16, mentre la Virtus Bologna di Dusko Ivanovic ha mantenuto una continuità maggiore con 10 su 13. Le proiezioni parlano chiaro: se il trend continuerà, meno del 10% degli atleti riuscirà a completare tutte le 38 gare di regular season (link).
Le cause, in Europa come in America, sono simili: un calendario “impazzito” che costringe a giocare ogni tre giorni, viaggi estenuanti che riducono i tempi di recupero, e una preparazione atletica spesso orientata più alla potenza che alla prevenzione. In EuroLeague si aggiunge la gestione degli allenamenti, talvolta ancorata a metodologie superate, che non tengono conto della trasformazione fisica dei giocatori moderni: da Jokic a Wembanyama, i lunghi di oggi hanno mobilità e compiti da guardia, con conseguente stress maggiore su articolazioni e tendini. Nel Vecchio Continente abbiamo anche notato, soprattutto negli allenatori più avanti negli anni, una certa idiosincrasia verso il load mannagement: in sostanza, provenendo da un basket dove le rotazioni erano a 7/8 giocatori non ci sembrano mentalmente pronti a rinunciare a un giocatore cruciale in una gara per prevenzione. Sono spinti, a onor del vero, anche dalla considerazione che in Europa non esistono partite "cuscinetto" che si possono perdere.
Il confronto tra NBA ed EuroLeague mostra dunque un problema comune: la sostenibilità fisica degli atleti è messa a dura prova da un sistema che privilegia spettacolo, contratti e interessi economici di tutte le componenti, compresi i giocatori, rispetto alla salute. Negli Stati Uniti gli studi medici e statistici cercano di prevedere e limitare i rischi, ma operativamente sulle due sponde dell'Atlantico si assiste a roster allargati e continui innesti per “tappare buchi”. Tra poco le società europee saranno costrette a chiedere un incremento dei visti utilizzabili in una stagione oltre i 18 attuali: negli USA ci hanno già pensato con i two-way contract ma senza risolvere il problema: in questo momento - per esempio - gli Indiana Pacers riescono a malapena a mandare in campo 9 giocatori sui 18+1 disponibili (già ottenuta una exception dalla Lega). In entrambi i casi, la stagione 2025-26 rischia di essere ricordata non solo per i risultati sportivi, ma come l’anno dell’epidemia di infortuni che ha colpito il basket professionistico a livello globale.
Numeri in crescita e roster ridisegnati: la stagione 2025-26 sta imponendo un prezzo fisico elevatissimo sia in NBA sia in EuroLeague. Di seguito una sintesi comparativa, pensata per dare al lettore un quadro chiaro e immediato su calendario, percentuali di disponibilità, cause mediche e strategie di contenimento adottate dalle squadre alla data odierna.
| Aspetto | NBA 2025-26 | EuroLeague 2025-26 |
|---|---|---|
| Numero partite stagione regolare | 82 + playoff | 38 + playoff + campionati nazionali |
| Giocatori coinvolti | Oltre 450 atleti monitorati | 288 utilizzati nelle prime 8 giornate |
| Percentuale giocatori sempre presenti | Calano già a novembre per assenze multiple (superstar out) | 146 su 288 hanno giocato tutte le gare (50,7%) |
| Proiezione fine stagione | Alto rischio di assenze prolungate | < 10% potrebbe disputare tutte le 38 gare |
| Cause principali | Calendario congestionato, viaggi continui, stress fisico/mentale, lesioni muscoloscheletriche | Gare ravvicinate, viaggi, preparazione orientata alla potenza, allenamenti con metodologie superate |
| Zone corporee più colpite | Ginocchia, caviglie, tendine d’Achille | Ginocchia, menischi, tendini, gruppi muscolari |
| Strategie di contenimento | Load management, tecnologie di monitoraggio, analisi predittive | Roster allargati, rotazioni tattiche, innesti per “tappare buchi” |
| Impatto sulle squadre | Rotazioni ridotte, calo di rendimento, rischio di perdere terreno | Emergenza diffusa, continui aggiustamenti di roster |
La sintesi è netta: il modello competitivo spinge oltre la soglia di sostenibilità fisica. In Europa serve un ripensamento di calendario e metodologie di allenamento, in America una migliore integrazione tra dati, programmazione dei carichi e tutele regolamentari. Senza interventi strutturali, la stagione 2025-26 rischia di essere ricordata per l’escalation di infortuni più che per il gioco.