Toni Kukoc spiega perché le vittorie in trasferta in NBA sono più facili rispetto all'EuroLeague

Toni Kukoc ha vissuto entrambi i mondi della pallacanestro sui due lati dell'Oceano Atlantico, ne ha potuto conoscere caratteristiche e peculiarità, e la sua visione della differenza tra vincere in trasferta nella NBA e nell'EuroLeague la dice lunga sulle culture contrastanti del basket. Avendo dominato l'Europa prima di diventare un pezzo vitale della dinastia dei Chicago Bulls negli anni '90, Kukoc sa in prima persona quanto possano essere drasticamente diverse le atmosfere, in una chiacchierata tra stars per EuroLeague.com.
"Nella NBA, ci sono molte squadre che vanno sul campo avversario e vincono le partite in trasferta. Non è un grosso problema. Non ricordo però di aver vinto troppe partite in trasferta in EuroLeague. È così difficile andare negli altri posti. Voglio dire, anche se senti di essere una squadra migliore, i tifosi rappresentano il sesto uomo che può fare un'enorme differenza durante la partita". Anche quando una squadra di EuroLeague sembrava superiore, l'ambiente ostile poteva capovolgere completamente il copione, alterando l'inerzia e talvolta anche intimidendo gli arbitri.
Le parole di Kukoc hanno un peso non solo per le sue credenziali nella Hall of Fame, ma anche per il suo curriculum complessivo Quando è entrato a far parte della NBA, era già stato per tre volte campione di EuroLeague e MVP delle Final Four con la Jugoplastika Spalato, gareggiando contro leggende come Drazen Petrovic, Arvydas Sabonis e Vlade Divac. A differenza della NBA, dove le famiglie assistono alle partite per divertirsi, gli ambienti in Europa sono notoriamente ostili. Le arene appartenenti a giganti come Partizan e Stella Rossa in Serbia, Panathinaikos e Olympiacos in Grecia. Fenerbahce in Turchia sono più simili a calderoni che a impianti sportivi.
Razzi, tamburi, canti e rumore costante rendono quasi impossibile la concentrazione. Star dell'NBA come Kevin Durant sono rimaste sbalordite dopo aver assistito in prima persona allo spettacolo, che arene "calde" come quella dei Celtics, Golden State e Philadelphia non possono nemmeno avvicinare. Questo crea una dura realtà: in Europa, vincere fuori casa spesso richiede la perfezione. La folla non cede e gli arbitri possono lottare sotto pressione, facendo sentire le squadre ospiti come se stessero combattendo sia contro l'avversario che contro l'edificio stesso.
Ciò che Toni Kukoc evidenzia è un divario culturale. La NBA prospera grazie alla profondità del talento e alla competizione costante in 82 partite. L'EuroLeague, con solo 34 partite, nel frattempo, trasforma ogni incontro in una guerra, con i tifosi che trattano le partite in trasferta come difese sacre del loro territorio di casa. Questo rende le vittorie non solo rare, ma davvero memorabili. Per Kukoc, che ha sollevato trofei in entrambi i continenti, la differenza è chiara: nella NBA, le vittorie in trasferta sono di routine; in Europa, si guadagnano nel fuoco di una passione implacabile.