Senza il ritiro di Michael Jordan, i Bulls avrebbero vinto otto titoli NBA consecutivi?

Senza il ritiro di Michael Jordan, i Bulls avrebbero vinto otto titoli NBA consecutivi?
© foto di nba.com

I Chicago Bulls hanno vinto sei campionati NBA con un paio di three-peats dal 1991 al 1993 e dal 1996 al 1998, ma sono i due campionati tra le due serie, il 1994 e il 1995, che fanno discutere. Gli Houston Rockets, guidati da Hakeem Olajuwon, hanno vinto quelle finali NBA, un periodo di due anni in cui Jordan si ritirò dal basket per tornare a giocare 17 partite nella stagione regolare 19994-95, senza incontrare i Bulls nè in quelle occasione, nè in seguito. La domanda è forte: come si svolgerebbe uno scontro da favola tra i Bulls guidati da Michael Jordan e "The Dream"?

L'analista NBA Kenny Smith – che ha giocato come guardia per Houston dal 1990 al 1996 – non usa mezzi termini quando gli viene chiesto chi avrebbe vinto quella serie in quei due anni, anche con la presenza di Jordan. "Gli avremmo rotto il c...", ha detto Smith nell'episodio 138 del podcast "Stack 5". Ci sono diverse considerazioni da tenere presente in queste ipotesi. Il roster dei Bulls è francamente diverso nel suo primo three-peat dal secondo. Chicago sarebbe stata in grado di rallentare Olajuwon? Come sarebbero stati questi incontri nel 1993-94 e nel 1994-95?

Qualsiasi ipotesi vuole che Jordan non si ritiri all'indomani della morte di suo padre James il 23 luglio 1993 (Jordan intraprese una carriera nel baseball prima di tornare al basket nella stagione 1994-95). Pete Myers prese il posto di Jordan in quella stagione e segnò una media di 7,9 punti in 82 partite. Nella stagione NBA 1993-94, gli Houston Rockets conquistarono il titolo battendo i New York Knicks in sette combattutissime partite. Al centro di quella cavalcata trionfale c’era Hakeem Olajuwon, autore di una stagione da MVP con medie impressionanti: 27,3 punti, 11,9 rimbalzi, 3,7 stoppate e 3,6 assist. Il suo dominio tecnico e fisico ha alimentato per anni il dibattito su cosa sarebbe successo se i Bulls di Michael Jordan non fossero stati privi del loro leader in quella stagione.

Secondo il giornalista sportivo Bob Costas, i Bulls non avevano mai affrontato un centro dominante come Olajuwon nelle Finals, e non ne avevano uno nel proprio roster. Cartwright, Longley, Wennington e Perdue erano centri solidi ma non paragonabili al “Dream”. Houston, invece, vantava uno starting five coeso e profondo, con tutti i titolari presenti in almeno 73 partite e riserve di lusso come Mario Elie e Sam Cassell. I Rockets furono anche pionieri nel tiro da tre, guidando la lega per triple realizzate e tentate.

I Bulls, privi di Jordan, terminarono con un ottimo 55-27 e persero in sette partite contro i Knicks nelle finali della Eastern Conference. Toni Kukoc e Steve Kerr furono preziosi dalla panchina, ma il reparto lunghi era instabile. Difensivamente, Chicago era terza nella NBA con 94,9 punti concessi a partita, e molti si chiedono come Jordan e Pippen avrebbero potuto contrastare il gioco perimetrale dei Rockets. Jack McCallum di Sports Illustrated ipotizzò che una serie tra Bulls e Rockets sarebbe stata una battaglia tattica e fisica, con Jordan alla ricerca del quarto titolo consecutivo.

Nei due scontri diretti della stagione, Olajuwon mantenne medie di 28,5 punti e 10,5 rimbalzi, mentre Jordan, nei precedenti incontri contro Houston dal 1991 al 1993, viaggiava a 29,1 punti di media, pur con un record negativo di 1-5. Tutto lascia pensare che una finale tra Bulls e Rockets nel 1994 sarebbe stata una serie da sette partite, con Chicago leggermente favorita. Ma senza Jordan, quella sfida rimane uno dei più affascinanti “what if” della storia NBA.

Con Michael Jordan in campo anche le finali NBA del 1994-95 avrebbero potuto regalare uno scontro epico tra i suoi Chicago Bulls e gli Houston Rockets di Hakeem Olajuwon e Clyde Drexler. I Rockets, reduci dal titolo del 1994, aggiunsero Drexler alla scadenza della trade, ma persero Otis Thorpe e Vernon Maxwell, indebolendo la loro profondità. Houston chiuse la regular season con un modesto 47-35, lo stesso record dei Bulls, che però vennero eliminati dai Magic nei playoff. Nessuna delle due squadre sembrava dominante, ma con Jordan in campo per tutta la stagione, lo scenario sarebbe stato molto diverso.

Kenny Smith, ex guardia dei Rockets, ha sottolineato un punto cruciale: “Non c’era Horace Grant. Erano troppo piccoli”. In effetti, Chicago aveva una rotazione instabile nel ruolo di centro, con Luc Longley e Will Perdue, mentre Olajuwon era nel pieno della sua carriera. Tuttavia, Bob Costas ha evidenziato l’altra variabile: il ritorno di Jordan e l’aggiunta di Drexler avrebbero reso la serie imprevedibile. I Bulls, pur privi di un centro dominante, vantavano la miglior coppia difensiva della lega: Jordan e Pippen, capaci di soffocare gli esterni avversari.

Nei due scontri diretti della stagione, Houston vinse il primo 106-83 con 29 punti di Olajuwon, mentre Chicago si prese la rivincita 100-81, tenendo Hakeem a 2 su 18 dal campo. Nessuno dei due match vide in campo né Jordan né Drexler, rendendo difficile trarre conclusioni definitive. Tuttavia, Jordan aveva una media di 29,1 punti contro Houston durante il primo three-peat, anche se i Rockets erano 5-1 in quelle partite. McCallum di Sports Illustrated ritiene che Jordan e Pippen avrebbero fatto la differenza, soprattutto contro Drexler e Kenny Smith.

In questa ipotetica serie, il fattore chiave sarebbe stato il vantaggio difensivo dei Bulls e la leadership di Jordan in una stagione completa. Se Chicago avesse anticipato l’acquisto di Dennis Rodman, come suggerisce Smith, la bilancia si sarebbe ulteriormente spostata. Anche se Olajuwon avrebbe dominato sotto canestro, la versatilità e la tenacia difensiva dei Bulls avrebbero potuto portare a una serie combattuta, probabilmente decisa in sette partite. E forse, Jordan avrebbe conquistato il suo quarto titolo.

Rimane il fatto che nessuno è riuscito a fermare i Bulls nel triennio successivo dal 1996 al 1998 una volta che Jordan ha avuto una stagione completa e hanno firmato Rodman, che ha una media di 15,3 rimbalzi a partita in quelle tre stagioni. Houston – che ha aggiunto Charles Barkley – è arrivata alle finali della Western Conference nel 1996-97 prima di perdere contro gli Utah Jazz – guidati da Karl Malone e John Stockton – in sei partite. Questo è sufficiente per ritenere che senza il passaggio biennale di Michael Jordan al baseball i titoli consecutivi dei Bulls sarebbero stati otto?