Darius Thompson: «Non ringrazierò mai abbastanza Brindisi per tutto ciò che mi ha dato»

28.08.2025 15:10 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Darius Thompson: «Non ringrazierò mai abbastanza Brindisi per tutto ciò che mi ha dato»
© foto di Canu/Ciamillo

Quello che partirà stasera con la sfida contro la Grecia sarà il primo torneo con la maglia dell'Italbasket per Darius Thompson. A Il Messaggero il giocatore ha speso belle parole per Brindisi, squadra che lo ha lanciato in Europa: "All'epoca pensavo che Brindisi fosse solo il primo grande passo della mia carriera da giocatore. È qui che ho imparato cosa serve per giocare contro i massimi livelli d'Europa. Nei miei due anni siamo stati una delle squadre più forti d'Italia. "La Stella del Sud" (come è chiamata la squadra, ndr) era un'organizzazione di cui ero orgoglioso di rappresentare. Brindisi si è rivelata molto più di una semplice tappa della mia carriera. Brindisi è dove ho incontrato mia moglie e ho messo su famiglia. Lo stesso posto che ora chiamiamo casa. Non ringrazierò mai abbastanza Brindisi per tutto ciò che mi ha dato nella vita. L'amore e il supporto che la comunità mi dà sono incredibili. Non vedo l'ora di tornare ogni estate, è davvero un posto speciale nel mio cuore. Fin dai tempi in cui giocavo, mi sono sentito adottato come un brindisino".

Al suo esordio con la maglia dell'Italia c'era anche Frank Vitucci, il suo coach a Brindisi: "Coach Frank è una persona straordinaria, oltre ad essere un grande allenatore. Durante il periodo trascorso insieme a Brindisi mi ha aiutato molto come giocatore. In particolare, dopo la prima stagione durante il Covid, mi ha aiutato come mental coach. Ha sempre visto il mio talento e il mio potenziale, ma sentiva che qualcosa a livello mentale mi impediva di esprimere appieno le mie capacità. Abbiamo fatto delle videochiamate una o due volte a settimana durante l'estate e i suoi insegnamenti mi hanno davvero aiutato. La stagione successiva ho fatto un grande salto di qualità nel mio gioco e mi sono sentito mentalmente libero mentre giocavo. Devo molto a coach Frank. Anche nel corso degli anni, si è sempre preso cura di me e della mia famiglia"