Per non annoiarsi. Nell'uovo pasquale di #tuttounaltrosport c'erano la Marsigliese e Gerasimenko

24.04.2019 10:30 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Per non annoiarsi. Nell'uovo pasquale di #tuttounaltrosport c'erano la Marsigliese e Gerasimenko

Proviamo a capire tra le righe quello che nessuno sembra aver capito stamattina di questa Pasqua del basket italiano che ci ha portato in dote l'esecuzione (mancata) della Marsigliese e il ritorno in grande stile (e decisivo) di Dmitri Gerasimenko.

Marsigliese. Una pallacanestro in affanno, dove il presidente di Legabasket tira fuori l'idea balzana di celebrare la vicinanza al popolo francese sull'incendio della cattedrale di Notre-Dame e il presidente della FIP lo insegue obbligando Legapallacanestro e LBF ad associarsi per non sentirsi scavalcato. Senza che nessuno di loro abbia pensato di chiedere al movimento cosa ne pensi, senza accorgersi che il fatto ha spaccato l'opinione pubblica transalpina, sconvolta dall'immediato richiamo delle aziende del lusso che in appena 48 ore radunano un miliardo di euro mentre il governo non trova la copertura per ridurre di dieci euro a testa le tasse.

Senza pensare che farsi in quattro per un simile fatterello (su una chiesa medievale ricostruita più volte di cui sarebbe da studiare solo il marketing che l'ha resa famosa nel mondo) espone all'obbligo di doverlo ripetere ad libitum per qualsiasi sciocchezza (inteso sciocchezza ogni fatto che non coinvolga vite umane). La stampa nazionale è disorientata. Alla fine riesce solo a pubblicare il comunicato stampa di Lega e FIP, senza commentare. Anzi, solo dopo 24/48 ore, di fronte alla contestazione del tifo organizzato, riescono a esprimere qualche verbo. Ci sarebbe da sguinzagliare i giornalisti a tastare il pensiero della maggioranza silenziosa, invece niente. Peccato: quel giorno avrebbero contezza che se si votasse il vertice nuovo del basket italiano a suffragio diretto non ci sarebbero due conferme. Infatti, l'esecuzione della Marsigliese è un flop, dove abbiamo seguito la palla a due tramite Eurosport è stato eseguito l'inno di Mameli e grazie al cielo ci siamo evitati di insultare i francesi, che nulla avevano fatto per meritarselo. E, ancora, grazie al cielo, perché il lunedì di Pasqua senza giornali stende un velo pietoso sull'argomento.

Gerasimenko. Nemmeno il tempo di gioire per averla scampata bella, ecco il fulmine russo a ciel sereno. Il buon Dmitri decide di utilizzare una parte dei soldi ricevuti per aver ceduto il Pianella a Marson per rientrare dalla porta principale nel basket italiano. Pazzo o calcolatore? L'ex magnate russo della Red October era sceso a Siena prima che a Cantù. E all'ora di pranzo Ricci e Marruganti gli avevano spiegato che nella città del Palio sarebbe stato un mezzo padrone, per via degli equilibri che regnano sovrani da quelle parti. Gerasimenko aveva salutato senza farsi più sentire, e si era preso la squadra brianzola dove una gestione che pur aveva dato ottimi risultati era arrivata alla frutta.

A prescindere dai suoi travagli personali - che è meglio non ci siano stati raccontati, visto l'intreccio di fatti internazionali di politica, finanza e malaffare che sembrano trasudare - la fuga da Cantù con la cessione dei diritti di sfruttamento del Pianella per questa operazione torinese si potranno comprendere in una dimensione differente. Prima si pensava al realizzo frettoloso di un uomo in fuga, adesso si potrebbe interpretare come la vicenda di un Dmitri che non sia stato accettato dal sistema brianzolo nei fatti. E allora, cavatevela da soli e salvate voi la Pallacanestro Cantù ma senza dare la colpa al russo che vi ha fatto stare sulle prime pagine della stampa per qualche anno.

In un mondo in cui nessuno fa nulla per nulla ed è evidente che siano rimasti pochi quelli che, come il signor Giorgio Armani, sanno coniugare il "love of the game" con la dura realtà degli affari (per stoppare subito il cretino di turno ribadiamo che l'Emporio Armani non fa pubblicità su pianetabasket.com), c'è da capire dove e come si muoverà Gerasimenko nella nuova realtà Auxilium. Grazie al cielo, a Torino sono più pragmatici.

Oggi, i quotidiani mettono in risalto i comunicati di FIP e Legabasket che mettono le mani avanti. Giustamente. Siamo il paese di Pulcinella, ma c'è un limite a tutto, anche se non c'è più bisogno di andare in Brasile a rifarsi la verginità. Potrebbero cominciare però a chiedersi anche come, all'inizio della trattativa Leonis, si disse che serviva un milione per finire la stagione, mentre ineffabilmente in tanti oggi scrivono che ce ne siano voluti tre per salvare l'Auxilium - il che ci fa comprendere la progressiva esitazione del gruppo romano e la resa all'evidenza contabile. Dato che Gerasimenko non ha ritorni di immagine in questa vicenda e che tutti si affrettano a dire che non avrà ruoli operativi se non un generico "interessamento" alla campagna acquisti, adesso ci sarà da scoprire il motivo di tanto interesse per l'Auxilium.

Stia Tranquillo, il buon Flavio, quando afferma in una intervista a L'Inkiesta che "(il giornalismo) si mette nelle condizioni di non guardare" in relazione alle vicende della Mens Sana targata Montepaschi e la fine ingloriosa del club sotto una montagna di debiti da 50 milioni di euro (stando alla ricostruzione contabile della magistratura). Si continua a non voler vedere cosa e come, aiutando lo stato comatoso di una pallacanestro che altrimenti ci è stato detto essere in salute, e se dice di essere stato poco vigile, intorno a lui dormono in tanti. Salvo svegliarsi per dare del rompicoglioni a chi è vigile o a ignorarlo, che è anche peggio.