Sandro Gamba per l'Armani "Aggressività in difesa e corsa contro il Real"

Sandro Gamba per l'Armani "Aggressività in difesa e corsa contro il Real"
© foto di SAVINO PAOLELLA

Anche questa settimana il coach Sandro Gamba ha fatto le sue considerazioni sull'Olimpia Milano e sulla pallacanestro nelle pagine de La Repubblica edizione milanese del martedì. Al Mediolanum Forum arriva il Real Madrid con l'ex Sergio Rodriguez. 

"Tre problemi e tre consigli. Non richiesti da nessuno, ma mi sento di poterli dare alla mia Olimpia e all'amico Ettore. Questione numero uno: che fare se il tuo playmaker titolare non è in grande forma (faccio un nome non a caso: Pangos) e i suoi ricambi idem, se non infortunati. Problema non semplice. Ai miei tempi l'idea era di scegliere, in fase di costruzione di squadra, delle guardie capaci di trattare il pallone, non solo nel palleggio ma soprattutto nella lettura delle situazioni, nella capacità di prendere decisioni per la squadra, e non per sé stessi.

Altra questione: come attaccare difese fisicamente più forti, più pesanti, che non ti lasciano entrare in area (ne nomino una, anche qui non a caso: il Barcellona) e ti stritolano atleticamente. Dice, bombardarle da fuori, tentare con il tiro da lontano e sperare nelle percentuali, ma se le mani sono fredde che si fa? Ci si arrende?

Ultimo rebus da risolvere: come stimolare i giocatori esitanti, quelli che passano i tiri comodi, che rischiano di morire con il pallone in mano. I nomi stavolta fateli voi, se ne sono visti tanti in queste prime partite di stagione. A un allenatore viene subito da mandare a quel paese la guardia o l'ala che pasticcia e cincischia, ma quelli sono comunque i tuoi uomini e devono essere loro a portarti fino al traguardo.

Ed ecco le mie soluzioni, che poi sono una: aggressività in difesa e corsa. Mordere e scappare per giocare il meno possibile contro le difese schierate, soprattutto quelle grosse ma anche quelle tatticamente più elastiche e preparate. Pressarle per batterle sul ritmo, costringere gli altri a inseguirti, aumentare il numero di possessi per dare una possibilità in più e un tiro ad alta percentuale a tutti, anche agli indecisi. Ridurre le opzioni per pensare di meno, per eseguire meglio.

Da qui l'Olimpia può costruire la sua identità, come già aveva fatto l'anno scorso. Poi potrà arrivare anche il tempo per eseguire meglio in attacco, per fare arrivare il pallone in area ­ a Thomas, a Davies, allo stesso Melli come a Hines ­ con più continuità e migliori tempi ed angoli di passaggio, senza incartarsi in soluzioni sterili.

La dimensione interna sarà preziosa, ma credo che prima ci sia da rinsaldare bene altri aspetti del gioco. Il Reai Madrid, che arriva giovedì al Forum, sarà un banco di prova ideale: ha guardie esperte ma lente e un pivot infinito come Tavares, che se lo attacchi frontalmente ti rimbalza. Corsa e tiro, invece. Corsa e veleno.