Sandro Gamba e l'Olimpia: Quel canestro può essere la svolta

Sandro Gamba e l'Olimpia: Quel canestro può essere la svolta

Torna ancora una volta il martedì di Sandro Gamba con le sue considerazioni sulla stagione dell'Olimpia Milano nelle pagine dell'edizione locale de La Repubblica.

Se solo nel basket d'Italia, e d'Europa, si seguisse finalmente l'esempio tanto invocato - ma mai davvero messo in pratica — della NBA, tutta questa incertezza legata alle conseguenze del coronavirus sui calendari delle partite sarebbero di gran lunga più gestibili. I professionisti americani hanno una Lega unica. Che decide, gestisce, traccia la strada. Sono anche sopravvissuti a due serrate, e parliamo di perdite milionarie per la cancellazione di decine e decine di partite.

Ricordate? Stagioni 98-99 e 2011-12, sembrarono disastri epocali, eppure la NBA ne venne fuori con una linea chiara, andò avanti e oggi è più forte che mai. Qui invece, su una situazione che è certamente uno shock per tutti, sentiamo la voce di Petrucci, di Malagò, della Lega, dell'Eurolega, delle federazioni europee. Sentiamo venti voci e venti linee diverse. Io, per dire, fermerei tutto. Per due mesi. A costo di posticipare i playoff in estate. Ma in estate non si può, c'è l'Olimpiade. Forse. Non si sa. E allora?

E allora si prenda una decisione comune, tutti insieme, per il bene di tutti. Se ci si riesce. Nel frattempo, provo a concentrarmi sull'Armani, pensando che almeno le partite di coppa rimangono per il momento in calendario. Provo a pensare che il canestro vincente di Micov può rappresentare la svolta invocata. Lo speriamo tutti.

Anche il modo in cui è arrivato quella tripla all'ultimo secondo non sia casuale. Pochi secondi da giocare, poche cose da fare, idee chiarissime: Rodriguez a condurre e a trovare il tiratore migliore, quello più freddo, quello che ha sempre i piedi a posto e le mani pronte e gli occhi sul tabellone. Il serbo, lo ammetto, non è il mio giocatore ideale, ma questo conta fino a un certo punto.

Perfino i critici di Micov devono ammettere che sa sempre dove farsi trovare, nella posizione giusta al momento giusto con la distanza giusta. C'è sempre. Poi, il suo spostamento in campo ad ala forte, a secondo lungo, è una mossa da studiare. Messina ci vuole impostare una squadra più leggera e aggressiva, con un trattatore di palla in più a costo di rinunciare a centimetri e muscoli (e, aggiungo io, a rimbalzi).

È una strada che può dare i suoi frutti, di certo il coach le può e le deve provare tutte per invertire la tendenza. Tattica a parte, la vera svolta l'Olimpia la troverà quando riuscirà a giocare con continuità, quando acquisirà consistenza, quando moltiplicherà la sua cattiveria e la sua aggressività. E avrà quel briciolo di attenzione in difesa in più che è indispensabile.