Gianni Petrucci commissario, l'ultimo brivido della Legabasket

20.12.2019 09:20 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Gianni Petrucci commissario, l'ultimo brivido della Legabasket

Non se la passa bene, la pallacanestro italiana. E se fino a ieri eravamo solo pochissime voci a dirlo, a scriverlo, a documentarlo tra il silenzio irridente dei beneficati e la solerzia degli scherani che portano le fotocopie degli articoli a capi e capetti, adesso lo affermano con parole e fatti i massimi protagonisti dirigenziali. Ben fatto.

Sembra addirittura che sia al capolinea la riconoscenza del presidente FIP Petrucci verso quello di Legabasket Bianchi per aver gestito bene la liquidazione della Montepaschi Mens Sana di Minucci facendo concludere regolarmente il campionato ma forse, con un pizzico di cattiveria, anche per non aver fatto uscire nemmeno un pizzino che spiegasse come la Com.Te.C. non si fosse accorta di nulla in una società dove l'ammanco era così grosso che solo il curatore fallimentare aveva chiesto in sede civile oltre 30 milioni di risarcimento.

Sparito dall'orizzonte il grande sponsor di Bianchi Livio Proli - curiosa simbiosi di due avversari in campo che ricorda anche stamani Mario Canfora per la Gazzetta dello Sport - la vita dentro la Lega bolognese è divenuta una guerra di bande a chi la sparava più grossa e a chi tirava fuori le idee più assurde. Sempre con l'incapacità progettuale e fattuale, ovviamente, solo poco eleganti pour parler.

Andando per di più ad ingrossare soltanto le fila dei nomi già visti e rivisti, riciclati, personaggi che non hanno fatto bene nel passato ma sono sempre lì a gufare pronti a rinsellarsi. Ma con quello che gira nel calcio e in politica non c'è nulla da stupirsi. Diffidare sempre dei curricula fatti di incarichi, anche prestigiosi, ma ottenuti da natura politica o amicale: quasi sempre dietro le apparenze c'è il nulla.

Ma ora il destino di Legabasket appare in tutta la sua crudezza. A dispetto dei soldi, la Virtus di Baraldi è solo un ultimo arrivato dalla scarsa diplomazia. Che poi ha anche obiettivi estrinseci alla serie A (EuroLeague). Non c'è leadership per una governance funzionale in LBA.

Ma ancora più grave, nella capitale c'è un presidente federale che si vede scappare le componenti della pallacanestro per ogni dove (la rivolta degli arbitri non è stata ricomposta, il professionismo alle donne crea dei nuovi problemi, le tasse federali alimentano il passaggio di piccole società a campionati alternativi come Uisp, l'isolamento dentro il CONI di Malagò sono alcuni esempi) e deve intervenire come ha già minacciato (ritiro delle deleghe) e come avrebbe lasciato intendere (commissariamento di Legabasket).

Potrebbe anche decidere di farsi commissario della serie A oppure mettere in sella il presidente di Legapallacanestro Pietro Basciano, pronto a salire al piano di sopra da diverso tempo. Ma può essere l'ex presidente della Fondazione Virtus un riappacificatore credibile? Per il 13 gennaio è stata convocata una nuova assemblea di LBA. A dispetto del comunicato che spiega come "tutte le discussioni e le decisioni passano dentro l'assemblea" ci sarà tempo per discutere e decidere fuori dalla stessa. Basterà questo tempo per ritrovare l'armonia perduta?