Cunningham rovina il compleanno di LeBron: i Pistons travolgono i Lakers a domicilio

Cunningham rovina il compleanno di LeBron: i Pistons travolgono i Lakers a domicilio
© foto di nba.com

Il copione sembrava scritto: compleanno di LeBron James, 41 candeline, pubblico di Los Angeles pronto a festeggiare l'ennesima tappa di una carriera fuori da ogni logica. Invece, la festa l'hanno rovinata i Detroit Pistons, che si presentano alla Crypto.com Arena tirati a lucido e si portano via la partita con un netto 128-106 che lascia i Lakers a fare i conti con la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite. LeBron chiude la sua serata con 17 punti, tre triple a segno, qualche lampo in regia e a rimbalzo, in quella che è la gara di regular season numero 1.577 della sua incredibile 23ª stagione NBA. Un numero che da solo basterebbe a descrivere il personaggio, ma che stavolta fa da sfondo a un finale amaro: gli ultimi minuti li guarda a braccia conserte dalla panchina, mentre Detroit controlla il punteggio e congela il clima di celebrazione attorno alla leggenda gialloviola.

Sul fronte Pistons, invece, la serata ha il volto sicuro di Cade Cunningham, che ancora una volta si prende l'attacco sulle spalle e mette ordine a ogni possesso, dettando tempi e spazi come un veterano consumato. È lui a tenere in mano il filo della partita con punti e assist, spalleggiato da un Marcus Sasser in versione miglior serata stagionale e dalla solidità di Isaiah Stewart, perfetto per accompagnare l'energia di un gruppo che guida la Eastern Conference e chiude la trasferta a Ovest con un convincente 3-2. Detroit trova il modo di vincere nonostante la tegola iniziale dell'infortunio di Tobias Harris, costretto a lasciare il campo nel primo quarto per un problema all'anca. In altre notti una perdita del genere avrebbe potuto pesare, ma il sistema di coach Pistons reagisce di squadra: attacchi ordinati, scelte lucide, contributi diffusi, il tutto condito da una difesa molto più solida rispetto a quella vista contro i Clippers di Kawhi Leonard pochi giorni prima.

I Lakers provano a restare attaccati alla gara affidandosi ai lampi delle proprie stelle e alla spinta del pubblico, e nel terzo periodo la rimonta sembra persino poter cambiare l'inerzia della serata, quando un parziale firmato anche da James riporta la sfida in equilibrio. Ma proprio nel momento in cui l'onda gialloviola diventa più alta, i Pistons si rimettono in carreggiata e piazzano il controbreak che fa male: un 16-6 tra fine terzo e inizio quarto periodo che ricaccia indietro i padroni di casa e, di fatto, chiude ogni discorso. La chiave è nel dominio nel pitturato: Detroit affonda colpi su colpi vicino al ferro, attaccando con decisione Deandre Ayton e il frontcourt Lakers, troppo spesso in ritardo o schiacciato fisicamente. Alla fine i Pistons riempiono l'area con una quantità di punti che i Lakers non riescono mai a pareggiare, e il 20-11 di record gialloviola arriva senza nemmeno una sconfitta in singola cifra: quando perdono, lo fanno male. In questa notte particolare, però, il dato più pesante è un altro: il compleanno di LeBron diventa la vetrina perfetta per raccontare una Detroit dura, spavalda e matura abbastanza da vincere su un campo che storicamente mette alla prova chiunque.