Una commedia degli equivoci tra la FIP e Paolo Banchero

09.12.2022 00:38 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Una commedia degli equivoci tra la FIP e Paolo Banchero
© foto di nba.com

Che la mancata partenza del presidente Petrucci per la tournée USA, che doveva darci la certezza di avere Banchero in maglia azzurra, dopo il mediatico strombazzamento sui media graditi al vertice FIP, puzzava da dietro l'angolo l'avevamo già scritto.

Premettiamo ovviamente che saluteremmo anche noi con soddisfazione l'arrivo dell'ala forte degli Orlando Magic di doppio passaporto statunitense e italiano nella Nazionale azzurra, per intrigarci in discorsi tecnici su Banchero quattro e Melli cinque e sperare in quel salto di qualità che potrebbe avere una medaglia in qualche torneo internazionale e migliorare il quinto, oops! l'ottavo posto a Eurobasket.

Non possiamo tuttavia negarci la realtà. Soprattutto se dai resoconti che ci sono stati offerti con il solito giochino del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, a parole si vuole nascondere la verità transeunte che il ragazzo di Seattle, ben consigliato dal suo agente Mike Miller, deve consolidarsi negli States se un domani vorrà entrare nel novero dei ricchi giocatori americani che possono sognare di comprarsi una franchigia.

La tournée di Pozzecco e Trainotti ha toccato stanotte il suo zenit, assistendo alla schiacciata di Simone Fontecchio che ha abbattuto i Warriors . Qui finisce l'avventura del signor Bonaventura: senza ricompensa però, mentre il personaggio di Sto c'aveva il milione in mano e non l'aveva speso. Ci chiediamo quale consistenza potesse realmente avere la proposta di marketing di Antonio Santa Maria davanti a uno che a metà ottobre è entrato a far parte della scuderia Jordan Brand. Non lo sapremo mai e per questo motivo pensiamo di sapere la risposta.

Se poteva essere ammirevole, da parte di una FIP che negli anni scorsi aveva demonizzato l'usanza di passaportare stranieri, averci provato con un ragazzone di belle speranze di terza o quarta generazione USA, dall'altra era meglio un profilo basso nella gestione di un percorso che poteva non avere il lieto fine. Per mascherare gli insuccessi si fa questo e altro, e uno in più non cambia la storia di una gestione.

Banchero non verrà ad indossare la maglia azzurra, the point of no return, nella finestra FIBA di febbraio. E' prevista la settimana dopo l'All Star Weekend. Paolo potrebbe essere presente alla kermesse di Salt Lake City in diverse vesti, anche all'All Star Game (sempre che la sua stagione continui ai livelli con cui, ieri sera, ha portato alla vittoria i Magic). Ma il campionato NBA ricomincia subito.

Dopo il 9 aprile cominceranno le lunghe vacanze estive a Orlando che, salvo terremoti in classifica, è già destinata a non fare i playoff. I fratelli Wagner a giugno ci leveranno l'ultimo dubbio andando a giocare i Mondiali 2023 con la Nazionale tedesca. Loro si (Moritz ha appena superato con successo un infortunio importante) e Banchero no? Sono così cattivi i dirigenti della franchigia?

Il dubbio che in una carriera importante sia stato aver scelto di arrivare (forse) secondo con l'Italia piuttosto che primo (quasi certamente) con gli USA ci attanaglia. I migliori 50 giocatori statunitensi non sono sempre disponibili per ogni evento, turnano con frequenza e il record olimpico di Carmelo Anthony ci ricorda che non ha vinto neppure un anello NBA.

Nell'arco di dodici anni questo Banchero potrebbe vincere Olimpiadi e Mondiali (AmeriCup non perché considerata di secondo livello), senza doversi ammazzare di presenze ogni estate come il grande Gigi Datome ci può ricordare, e che non finiremo mai di ringraziare. Per l'Italia potrebbe solo puntellare una gestione incerta e ondivaga, depauperante per il movimento. La foglia di fico, ma qui rischiamo di ripeterci. E allora, per il momento, continuiamo a dar fiducia a chi afferma che la trattativa è ancora aperta "con ottimismo".