LBA - Olimpia Milano, Pozzecco "Messina, occasione da non perdere"

LBA - Olimpia Milano, Pozzecco "Messina, occasione da non perdere"

E' stata una delle sorprese dell'estate, che ha fatto sorridere molti e discutere con più di una perplessità gli addetti ai lavori, i tifosi e perfino gli stessi protagonisti, e così Gianmarco Pozzecco è rientrato velocemente in pista dopo aver chiuso l'esperienza a Sassari andando a fare il vice a Ettore Messina all' Olimpia Milano. Alcune delle parole dell'ex Mosca Atomica alla Gazzetta dello Sport.

Occasione. Dal mio punto di vista è una scelta talmente ovvia che la domanda suona quasi retorica. Ho 49 anni, non sono giovane, ma mi reputo un allenatore giovane. Ho già fatto il vice di Mrsic al Cedevita Zagabria, rifarlo con Ettore Messina è un'occasione che non potevo perdere. Appaga la mia sete di conoscenza, consolida la mia didattica, stimola la mia curiosità. Al termine di questo percorso sarò un allenatore migliore.

Idea. Del mio agente Virginio Bernardi. Un giorno mi chiama e mi fa: "Faresti il vice di Messina?". E io: "Virginio, sai già la risposta:se c'è la possibilità di fare il vice a un grande allenatore, sono pronto". L'idea ha incuriosito Ettore che mi ha chiamato. Ero a Formentera, lui a Milano e gli ho detto: "Dovessi prendere in considerazione l'ipotesi, salgo sull'aereo e vengo a Milano"-

Diversità. La diversità nasce dai nostri background. La mia visione è legata alla carriera da giocatore, la sua è quella di chi è nato allenatore. Ettore ha pensato che fosse utile avere una fonte alternativa. Mettersi dietro un capoallenatore è una mossa che nessuno fa. È Messina anche perché compie scelte di questo genere.

Perché diversi. Ne abbiamo parlato la prima volta che sono entrato qui. Io odio perdere, ma non sono un vincente nato. Lui lo è.Significa che ha necessità di vincere, tutta la sua carriera è stata condizionata da questo imperativo, ha sempre e solo allenato squadre molto forti che non potevano perdere.

Addio Sassari. Adoro fare sempre qualcosa che mi dia emozioni e do peso ad aspetti che per altri forse contano meno. Poi mi rendo conto che arriva il momento in cui tutto immancabilmente finisce. È successo a Varese, a Capo d'Orlando e alla Fortitudo. Quel trasporto emotivo io lo vivrò in eterno, ma il distacco fa soffrire. E nel caso di Sassari un po' di più. Tutti i rapporti iniziano e finiscono, ma in realtà non finiscono mai. Tornare a Sassari sarà complicatamente bello.