LBA - La pessima abitudine di fare i conti senza l'oste, e sgattaiolare via

20.03.2021 15:00 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
LBA - La pessima abitudine di fare i conti senza l'oste, e sgattaiolare via

Galeotta sarà certamente stata l'idea di spostarsi alla Unipol Arena. Un posto si, un posto no, tutti i quasi 5.000 abbonati della Fortitudo Bologna sembrava che avrebbero potuto sedersi per garantire i 117.960 euro del botteghino a partita. Sale l'ambizione, quando il simbolo del dollaro prende il posto delle pupille come a Zio Paperone. 

Aggiungiamoci allora sette partite di stagione regolare di Champions League, portando il totale degli incassi del botteghino a un ipotetico acme di 2,6 milioni di euro. Sponsor, merchandising (è uno dei due che funziona in Italia nella pallacanestro), varie ed eventuali e magari i playoff e le Top 16. Un bilancio di previsione da quattro milioni di euro.

Così arrivano gli ingaggi sproporzionati al tempo di crisi, il capriccio di cambio dell'allenatore, la mancata comprensione che la seconda ondata della pandemia, pur annunciata da tutti, arriverà.

Il segnale della BCL che taglia il numero di gare da sette a tre non è sufficiente. Certo nella vita bisogna anche essere fortunati. Il numero di infortuni e la loro varietà, il ricorso a tante operazioni da mercato di riparazione che riparano poco, il cambio del tecnico con l'arrivo di Dalmonte: la dirigenza fortitudina non è stata lungimirante, ma nemmeno fortunata.

Dopo possiamo guardare al contesto. Nel maggio 2020 Gandini, spalleggiato dal trio dei "saggi" e con il consenso assembleare varava l'operazione rinnovamento senza però agire in concreto. LBA anzi si spendeva alla rincorsa della cooptazione di qualche squadra di A2, respinta con perdite e un rifiuto di accogliere Torino incomprensibile se non letto alla luce che non c'erano i soldi e i soci per fare l'operazione (e la piazza non avrebbe accettato un salto nel buio).

A luglio, quasi fuori tempo massimo, venivano accettate le assicurazioni verbali e non contratti stringenti per evitare un ridimensionamento. Le parole però le porta via il vento, e con la Virtus Roma abbiamo visto come è finita. Cremona resiste, e ha tutto il nostro credito ma la stagione è andata quasi nel peggiore dei modi possibili e tra due giorni è primavera.

Senza gli incassi del botteghino, il credito d'imposta sulla pubblicità, i ristori dei governi (spiega bene con sintesi brillante Carlo Fabbricatore che non si possono foraggiare i professionisti) tra poco sarà l'ora di tirare i bilanci di consuntivo e di frugarsi in tasca per ripianare i debiti.

Debiti di cui nessuno ha controllato fino ad oggi la reale consistenza grazie a organi privi (o privati?) di credibilità. Debiti che possono non essere contabilizzati fino a novembre (quando si dovrebbero depositare i bilanci in CCIAA) mentre le iscrizioni si fanno nel luglio precedente.

Senza ancora sapere come si organizzerà Legabasket con questa storia delle "licenze", quanto saranno onerose, se saranno sostenibili per le squadre che vinceranno l' A2. Con la certezza che per i prossimi due anni dai diritti televisivi arriverà una miseria vista la frettolosa negoziazione della scorsa tarda estate.

E senza sapere se, quando e quante persone potranno recarsi nei palazzetti dal prossimo settembre, visto che ai già vaccinati viene chiesto di continuare a vivere come se non lo fossero e le mirabolanti promesse di aperture degli stadi di Boris Johnson trovano il contraltare di un Giappone che ospiterà le Olimpiadi più blindate della storia, senza pubblico e senza stranieri presenti.