Dalla Com.Te.C. passano illusioni, scheletri negli armadi e anche iscrizioni
La rivoluzione annunciata dal ministro Abodi con l'istituzione attraverso Decreto Legge di una "Commissione indipendente per la verifica dell'equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche", con la contestuale soppressione della CoViSoc nel calcio e della ComTeC nella pallacanestro non è ancora partita e già è stata azzoppata dai fatti. Entro il 30 giugno, infatti, tutte le società sportive afferenti le due discipline professionistiche devono aver consegnato la documentazione per l'iscrizione alla stagione 2024-25 ma il nuovo organo predisposto dal governo ha bisogno che il decreto sia trasformato in legge e perciò, almeno per il prossimo futuro, si rimarrà nel solco fin qui seguito. Per la stagione 2025-26 verranno tempi migliori, e chissà se questo governo sarà ancora in carica in quel momento e, se del caso, con gli stessi uomini e gli stessi propositi.
Il presidente della FIP Petrucci, dopo un primo atteggiamento a muso duro contro le intenzioni del ministro, che avrebbe anche tenuto segreto il suo intendimento ai vertici CONI, nell'arco di 48 ore cambia completamente idea, forse non volendo apparire il Don Chisciotte contro i mulini a vento di questa vicenda. Coinvolge in questa battaglia il presidente della LBA Umberto Gandini che, nell'intervento a Rai Radio Anch'io di lunedì 17 giugno sottolinea che "il malumore derivava dalle modalità di comunicazione e dal fatto che le informazioni iniziali sono state divulgate senza una previa discussione e valutazione. Noi rappresentiamo una piccolissima parte del lavoro di questa commissione, mentre la parte principale è costituita dalle tre leghe di calcio. Non cambia molto: consideriamo un aggravio non necessario l'imposizione di costi anche sulle squadre controllate, ma per il resto il nostro giudizio è assolutamente positivo".
Il discorso dell'aggravio dei costi è stato fatto proprio dal presidente della FIGC Gravina che è intervenuto in Commissione Cultura alla Camera, dove ha fatto presente come la Covisoc sia, al momento, completamente a carico della FIGC, per un costo totale di 400.000 euro annui. L’esborso per la Commissione invece schizzerebbe a quota 3,5 milioni, nove volte tanto. Questi costi sarebbero divisi fra Federcalcio (1,9 milioni) e i club (1,6 milioni): troppi per il mondo del pallone sempre con il piattino del mendicante in mano davanti a Palazzo Chigi. Dietro tutte queste discussioni si cela il potere enorme che offre la giustizia sportiva. Lasciamo il calcio a chi ne è competente, e guardiamo dentro la casa della pallacanestro italiana.
Senza andare troppo indietro negli anni, Com.Te.C. leggeva i bilanci della Mens Sana di Minucci esattamente come li aveva letti il vostro cronista che azzardò (si fa per dire) con sette mesi di anticipo il fallimento della società. C'erano 23 milioni di debiti solo con l'erario, ma alla Com.Te.C. non li vedevano. Ci siamo chiesti molte volte come fosse possibile che negli anni seguenti non abbiano poi visto i conti di tante società, sia quelle che sono fallite sia quelle che poi con diversi meccanismi quali la retrocessione in A2 o gli accordi con l'Agenzia delle Entrate hanno reso noto di essere state inadempienti al punto che dei controlli veri, non necessariamente seri ma veri, le avrebbero estromesse dai campionati. Invece sono diventate i migliori servi di un potere che riscuote la cambiale del favore/silenzio concesso a ogni giro di ruota.
Dov'è il baco? Le società sportive chiudono il bilancio al 30 giugno, e le assemblee dei soci si svolgono nel mese di ottobre. A ottobre i campionati sono in pieno svolgimento, quindi la Com.Te.C. non approva l'iscrizione al campionato stesso con l'esame del bilancio. Ma lo fa attraverso delle dichiarazioni autocertificate, e la presentazione delle quietanze degli emolumenti dati ai giocatori. Varese ed Eurobasket Roma hanno preso condanne proprio per la mancanza delle quietanze, se ricordate. Due società sfortunate o abbastanza leggere nella preparazione dei documenti presentati che come si potrà capire sono assolutamente farlocchi. Ma basta crederci, e nella forma richiesta, e tutto va liscio.
Qualcuno penserà che alla Commissione non possono essere così fessi. Fatto il bilancio entro il 31 ottobre e depositato entro il 15 novembre in Camera di Commercio, qualcuno potrebbe pensare che le società dovrebbero trasmetterlo alla Com.Te.C. per una verifica delle dichiarazioni della tarda primavera. L'aumento e il consolidarsi delle posizioni in difetto e irregolari negli anni tuttavia ci induce a pensare che non venga fatta né la trasmissione dei documenti né la richiesta di consegna. I componenti della Commissione sono professionisti riconosciuti, se li avessero in mano e facessero finta di niente ne andrebbe della loro specchiata professionalità. E i numeri della pallacanestro sono di qualche decina di milioni di euro. Potete immaginare quello che, con queste premesse, possa accadere nel calcio che vale centinaia o migliaia di volte tanto di più!
Non sfuggirà a quei lettori dalla memoria lunga (pochi, ma sempre buoni) il ricordo del can can provocato dalla riforma Abodi a inizio maggio, che abbiamo ricordato in apertura, le pesanti prese di posizione, i toni da battaglia di civiltà contro il malcostume diffuso. In questi giorni CoViSoc e Com.Te.C. sono in pieno lavoro con le vecchie regole e i vecchi organismi per assicurare l'inizio dei campionati di calcio e pallacanestro. E infatti della riforma non parla più nessuno. Primo, aspettando che diventi operativa non si giocherebbe. Secondo, le società non dovrebbero favori a nessuno per coprire le loro magagne. Terzo, sparirebbero gli scheletri negli armadi. Senza tutto questo, per dirla con Hans Christian Andersen, "il Re è nudo".