NBA - Wolves, Thunder e l'improbabile classifica della Western

NBA - Wolves, Thunder e l'improbabile classifica della Western

Curry, Durant, LeBron abbiamo un problema. Individualmente i tre fuoriclasse lasciano la loro impronta ogni volta che scendono sul parquet, ma intorno a loro latita (quasi) sempre la squadra. Oggi, 20 novembre 2023, i Warriors sono decimi (6-8); i Suns ottavi (7-6); i Lakers sesti (8-6): sarebbero quindi dislocati tra playoff e play-in ma senza il favore degli esperti e senza aver convinto sul campo. La testa della classifica della Western Conference realizza una eventualità a lungo considerata improbabile: primi i Timberwolves (9-3) di Edwards e Towns, secondi i Thunder (10-4) di Shai Gilgeous-Alexander con un coach che getta acqua sul fuoco sugli entusiasmi di chi rivede l'exploit dei giovani Durant-Harden-Westbrook di un decennio fa. La vittoria della programmazione dei piccoli mercati visto che comunque al terzo posto ci sono i Nuggets di Jokic (9-4), campioni in carica ma non per questo saliti di categoria economica? Una parte del fascino che esercita la NBA non è solo nelle dimensioni apocalittiche del business e dello show ma anche nella capacità di ricrearsi e ricreare interesse dando realmente a tutte le squadre la possibilità di essere eroi e protagonisti di un giorno o di una stagione. Oppure di farsi, come dicono negli USA, dinastia cosa che i San Antonio Spurs ci rammentano ogni anno e già ci lasciano in attesa di quello che sarà l'effetto Wembanyama che dopo 13 partite è già andato vicino alla sua prima tripla doppia. Certamente i defensor fidei ci ricorderanno che, con 69 partite di regular season ancora da giocare, è bene fare i conti in fondo però sono questi i momenti che decretano se un campionato sarà avvincente o se non finirà nel dualismo come Real-Barcelona, Olympiacos-Panatinaikos o Olimpia-Virtus ci rammentano in Europa.