Achille Polonara a Le Iene, l'uscita dal coma dopo 10 giorni: «Un miracolo»
Su Le Iene Achille Polonara e il calvario delle ultime settimane. "Ciao Nicolò, un casino. Achille ieri è andato in coma...", le parole pronunciate dalla moglie Erika Bufano alla iena Nicolò De Devitiis. "Quando gli hanno tolto il CVC si è sentito male. Ora non sappiamo niente, non sappiamo niente, è in coma. Non so che è successo. Hanno provato a risvegliarlo ma non è andata bene la cosa. Io come sto? Male, malissimo. Quando gli hanno tolto questo pic è svenuto, gli è partito questo trombo, il suo cervello è in carenza di ossigeno. Adesso bisogna sperare che un minimo venga riassorbita questa situazione che ha e poi capire i danni che ha. Se aumentano le possibilità di vita sono poche". Poi il sollievo giorni dopo: "Sta andando abbastanza bene, è fuori pericolo. C'ha il braccio destro più debole del sinistro, e la mano".
"Scusa se non ti ho risposto. Mi avevano detto che al 90% sarei morto. Domani dovremo uscire", dice Achille Polonara nella prima chiamata a Le Iene dopo l'uscita dal coma. Polonara è uscito dall'ospedale sabato 1 novembre dopo 10 giorni di coma. "Non mi ricordo, fondamentalmente per me è come se avessi dormito. I dottori sono stati forse troppo diretti... è stata tosta, mi avevano dato poche speranze. Ma io sentivo", dice Polonara. "Lui si è svegliato la prima volta con me, io ho chiamato tutti i medici. "Si è svegliato". Ha aperto gli occhi, poteva essere un vegetale, non rispondeva a nulla. Mi ha riconosciuto subito. All'inizio mi faceva delle domande, "di dove sei?" Poi ha iniziato a cantare le canzoni [Questa domenica di Olly], però piangeva", dice la moglie Erika Bufano. "Raccontava cose che non ci sono mai state: "Tu hai 94 anni?". Non chiudeva mai gli occhi".
Erika prosegue: "Cosa ho detto ai bimbi? Papà ha rotto il telefono. Quando si è risvegliato, non ha cercato subito i bambini. E io ho detto: "Cavolo, come faccio a fargli capire che i bimbi sono importanti?" Quattro giorni fa mi ha chiesto di loro. Io stavo malissimo, pensavo ai miei figli più che altro. A cosa dirgli. Ogni giorno che passava arrivavano brutte notizie, l'unica cosa che c'era da fare era pregare. Per la sua situazione c'è stato un miracolo. Ho detto non importa come starà, anche se non muoverà le braccia, l'importante è che si svegli. Ogni volta che andavo via lo salutavo e gli chiedevo di non andarsene via, avevamo bisogno di lui. E quando glielo dicevo lui faceva qualcosa, mi sentiva. La chiamata di giovedì [del coma] è stata terribile. Chiedevo ma non mi rispondevano. Poi mi hanno detto "è vivo ma la situazione non è bella".
"Io mi ricordo che quando sono entrato, ma mi sembrava un'altra città", dice Polonara. "Tornerò come prima? Ci vorrà del tempo, mi devo impegnare a fare la fisioterapia". Con il sorriso, Erika ha detto: "Non ha molta voglia, è tornato ma non è ancora lui. Inizia a dire parolacce, a dire "che palle" vicino a questa che fa terapia. Quando mai lui fa una cosa del genere. Un giorno è impazzito "sono quaranta giorni che non facciamo sesso". Continuava a urlare "ormai siamo amici". Ora come famiglia dobbiamo fare un percorso, ne abbiamo bisogno anche se lui non vuole venire. Una cosa così è troppo grande, anche i bambini dovranno fare un percorso. Vittoria ha avuto degli attacchi di panico, la mattina per portarla a scuola era un disastro. Lui mi ha promesso che si impegna e mi aiuta a superare questa situazione. Anche perché abbiamo ancora troppe cose da fare". Il servizio si chiude con la promessa con Nicolò De Devitiis di andare al campetto una volta messo alle spalle questa situazione. "Tornerò a giocare? Sì dai", risponde Polonara.