Latini come Brienza: Trapani rivive il precedente Cantù. Quando la panchina diventa un caso federale
Nel basket italiano ci sono storie che sembrano destinate a ripetersi, come se il sistema fosse intrappolato in un ciclo che torna puntuale ogni volta che una società si trova a dover cambiare guida tecnica in condizioni regolamentari complicate. La nomina di Alex Latini a capo allenatore della Trapani Shark, pur con il club impossibilitato a tesserare nuovi contratti, è uno di quei casi che riportano la memoria a un precedente ormai scolpito nella giurisprudenza federale: il caso Brienza del 2019 a Cantù. E più si analizzano i due scenari, più le somiglianze diventano impressionanti. Quindi, perché è stato citato dal DS della Trapani Shark Valeriano D'Orta dopo la gara con Varese?
Nel 2019 Cantù viveva un analogo momento di caos totale: il presidente Gerasimenko aveva lasciato la società, l’amministratore delegato Popov aveva fatto lo stesso e l’allenatore Evgeny Pashutin era letteralmente “scappato” a fine gennaio. In quel vuoto tecnico, la società brianzola promosse Nicola Brienza, allora vice allenatore già tesserato, al ruolo di capo allenatore. Ma Cantù era sotto inibizione ai tesseramenti a causa di lodi non saldati e la Legabasket negò la possibilità di ratificare la promozione. Secondo svariate cronache dell'epoca fu la Federazione, con un intervento “motu proprio”, a chiedere alla Corte Federale d’Appello un’interpretazione autentica dell’art. 72 del Regolamento Organico. La Corte stabilì che una società inibita non può firmare nuovi contratti, ma può modificare lo status di un tesserato già presente, trasformando un primo assistente in capo allenatore. Brienza, dunque, era regolare. Reggio Emilia presentò ricorso chiedendo il 20-0 a tavolino, ma il Giudice Sportivo respinse tutto, omologando il risultato del campo.
Oggi, a distanza di sei anni, Trapani si ritrova in un contesto completamente diverso ma con dinamiche sorprendentemente simili. La Shark non è una società in crisi dal punto di vista patrimoniale, sicuramente non lo è alla data odierna: ha reso fruibile per la serie A un palazzetto che stava andando in disuso come il PalaDaidone... Il problema non è economico, ma normativo. La DOA 2025–2026 blocca il tesseramento di nuovi contratti, ma — ed è qui che il parallelo diventa perfetto — Alex Latini è già tesserato come vice allenatore, esattamente come Brienza nel 2019. Non serve un nuovo tesseramento, serve solo una modifica di status. E, come confermato dalla lettura delle DOA che regolano la stagione in corso, non esiste alcun divieto esplicito che impedisca il passaggio da vice a capo allenatore in presenza di un blocco ai tesseramenti. Le norme federali vietano l’ingresso di nuove figure, non la trasformazione di un tesserato già registrato.
La Legabasket, come allora, mantiene una posizione restrittiva: per la Lega, il blocco ai tesseramenti impedisce anche la promozione interna. Ma la competenza finale non è della Lega. Nel 2019 fu la Corte Federale a chiarire che la modifica di status rientra nelle prerogative della FIP e del Comitato Nazionale Allenatori. Oggi, con la DOA, il percorso è persino più rapido: il Consiglio Federale può avocare la questione e autorizzare direttamente la promozione, senza passare dalla Corte. Una scelta politica, certo, ma perfettamente coerente con la giurisprudenza federale e con il quadro normativo attuale.
In altre parole, il caso Latini è la versione aggiornata del caso Brienza: stessa dinamica, stessa frizione istituzionale, stessa zona grigia regolamentare. Con una differenza sostanziale: nel 2019 la FIP dovette chiedere un’interpretazione autentica; oggi può decidere in autonomia, grazie alla struttura delle DOA che centralizza il potere decisionale. La sostanza, però, non cambia: quando Lega e Federazione si muovono su binari diversi, è sempre la FIP ad avere l’ultima parola. Trapani, intanto, resta in attesa. E come Cantù allora, vive giorni sospesi tra campo e burocrazia, tra gli errori della dirigenza e gli interessi divergenti dei suoi "colleghi" della serie A.