Un "giallo" nel mondo arbitrale, fermato Facchini, il numero uno

12.04.2011 12:04 di  Enrico Campana   vedi letture
Fabio Facchini
Fabio Facchini

“L’arbitro è un pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio”… (PM di Baskettopoli)

(Enrico Campana) Fabio Facchini sospeso per 7 giorni. Motivo?. La meccanica del provvedimento è complessa, strana, a scoppio ritardato, inopportuna avendogli i capi revocata una doppia convocazione molto delicata per il campionato, questo giovedì a Milano e sabato a Brindisi.
Comunque, le cose vanno così. Un ex collega, un fischietto minore di A, Pironi di Ravenna, il conterraneo che in passato gli ha fatto da “rimorchio” in una quarantina di gare, gli sta alle costole, in versione “Commissario Speciale”. Entrato nel CIA nella lista del neo-presidente, il padovano Zancanella, pur votato con le deleghe degli arbitri non professionisti, forte del suo “potere” Pironi s’infila la giacchetta di Commissario Speciale di Serie A. Questo in barba al conflitto di interessi, e quando le suddette deleghe renderebbero utile il suo mandato altrove, osservatore fra i dilettanti. Strano davvero sia il suo stesso presidente a designarlo per la A: perché Zancanella rimette appena eletto il suo mandato di commissario ma per analogia dispensa i suoi consiglieri?. Vogliamo parlare di “un premio fedeltà”?. 
Il 30 gennaio, badate bene ai tempi, al termine di Caserta-Sassari Pironi entra nello spogliatoio per bacchettare Facchini: “Fabio, sei migliorabile”, gli avrebbe detto. C’è un episodio che esce a scoppio ritardato e al momento di scarso rilievo, un tecnico al 9’ fischiato al casertano Martin Colussi per rimediare a una serie di contraddizioni fra il tavolo e gli arbitri. Cosa chiusa lì, anzi il gm casertano Antonello Riva si scusa a fine gara. Dopo un paio di giorni, Facchini legge sul sito Aiap che sul referto Pironi ha giudicato “insolente e borioso” il suo comportamento, chiama Zancanella e si sfoga. Fra i due c’è un buon rapporto. I toni sono accesi, ma sembra finita lì.
Possibile che questo n.1 del fischietto a livello internazionale, tutto d’un tratto sia diventato un “mezzo brocco” migliorabile e venga trattato come un ragazzino maleducato e borioso? 
Facchini è un superarbitro. Alle Olimpiadi di Pechino ha fischiato sì “passi” al Dream Team ma ricevendo anche i complimenti (assieme al collega Lamonica) dagli stessi americani per la direzione. E’ designato dalla FIBA (che valuta esclusivamente per merito, tanto che non rispetta le graduatorie nazionali) per la finale dell’Eurochallenge di fine aprile a Ostenda. E si parla anche di un suo possibile ingaggio nella NCAA. 
Facchini non ci sta a essere trattato in questo modo, a 50 anni e nel pieno di una fortunata carriera. A parte la spiacevolezza dei rilievi, gli rode quel giudizio distorto sulla sua persona. Guarda caso alle Final Eight torinesi, dopo ben 20 giorni, i capi del CIA vogliono rivedere il filmato dell’episodio e gli arriva un richiamo ufficiale del direttivo. “Sei migliorabile, non ti preoccupare, non è niente”, lo tranquillizza Zancanella. Sente puzza di bruciato, nulla contro i suoi capi, non lo convince invece il modus operandi, e siccome Facchini è un tipo preciso, si rivolge alla Procura Federale che considera “irrilevante” il suo ricorso basato sul fatto che non c’è stata protesta del tesserato o della società
Trova anche lui il solito muro di gomma, l’inquirente gira le carte al CIA che ritenendo violato il principio di lealtà e correttezza, intende affermare la propria autorità allungando così una serie di “purghe” ormai vicine alla ventina fra fischietti di A e Lega Due. A questo punto son passati ben 70 giorni dalla gara di Caserta, il “nuovo” (sic) CIA sospende Facchini per 7 giorni revocando la designazione per gare delicate della A, Armani-Mps di giovedì a Milano e Brindisi-Teramo di sabato, lo spareggio di fuoco per la A. 
Entra in scena anche il superdesignatore degli arbitri. Preso in contropiede, per salvare capra e cavoli Colucci propone di far slittare il provvedimento di una settimana. A sua volta scavalcato, come non avrebbe dovuto dare le dimissioni?. Avvertita del caso, la Fip consiglia prudenza, per bocca del saggio dominus Gaetano Laguardia, incredulo sulle modalità e la tempistica del provvedimento. 
La vicenda già di per se grottesca, propria di quel troppo “laissez faire” della Fip di cui s’è scritto nei giorni scorsi, gode anche di uno scenario insolito. La marina di Catania. Perché il provvedimento-limite non viene preso dentro un ufficio, ma venerdì scorso in riva al mare. Che ci fanno a Catania Zancanella Pironi e Grandini, che sono tre quinti del CIA, rispettivamente presidente, consigliere-Commissario e consigliere Presidente del Comitato Regionale Toscano ? Si trovano lì per mangiare del buon pesce, magari assieme a Carmerlo Paternicò che è di casa, vicepresidente dell’Aiap e da parte sua può lagnarsi per la sospensione scattata in seguito agli errori di Benetton-Virtus?. E che ci fa questo Grandini, paracadutato dalla Consulta delle Regioni senza esperienza specifica, se non a confermare che è l’autore del progetto di riforma del CIA, del costo di 60 mila euro, che gli verrebbe esternalizzato nonostante le raccomandazioni del CONI a non creare nuovi capitoli di spesa, e a ripiegare su cariche onorifiche?.
Strano anche che signori che hanno un lavoro stacchino a metà settimana e si ritrovino a passare una bella giornata in Sicilia, tanto lontano dalle loro residenze, e non agiscano nell’ambito della struttura regionale o provinciale competente della Fip. Non si fa forse così nelle trasferte di lavoro?. L’argomento per il quale si sono mossi potrebbe essere meritorio, capire ad esempio si sta facendo o si vorrebbe fare in Sicilia per il problema arbitrale, ma finisce in secondo piano. Pironi ritorna sull'argomento Facchini, deve togliersi il sassolino dalla scarpa e, "zacchete", Zancanella si illumina consigliandosi al telefono con gli altri membri del direttivo (Baldi e Nardecchia). Tutti sono d’accordo per un provvedimento esemplare. In partenza si ragiona sui 14 giorni, poi si arriva a 7. Una punta di perfido buonismo raggiunto all’unanimità, con lo stesso voto “assurdo” di Pironi che, nella duplice veste, dovrebbe astenersi. 
Crediamo sia molto di più di una semplice e per certi versi umoristica “Faida Romagnola”, come si vuole far credere. Il rapporto fra i due – è vero - s’era fatto gelido per un episodio accaduto a Cremona. Facchini era uno degli arbitri, l’amico Pironi il commissario. Per un lutto famigliare, la figlia di Facchini chiede di stare vicino al padre, l'ha portata in trasferta spiegando la particolare esigenza a Pironi il quale gli avrebbe buttato lì una frase infelice: “Ma non potevi lasciarla a tuo padre?”. 
Secondo episodio, a parti invertite, durante le Final Eight, Facchini viene invitato a commentare, come mancato presidente, l’organigramma del CIA e mette l’accento sull’anomalia Pironi sottolineando che rispettoso del mandato ricevuto dovrebbe fare l’osservatore dei dilettanti per cercare buoni arbitri .
Ma c’è anche l’antefatto: la candidatura alla presidenza del CIA in forza di 19 deleghe. La norma per l’eleggibilità non era però chiara, si parlava di 15 deleghe minime fra arbitri professionisti e ufficiali di campo, lui ne ha raccolti 11 dei professionisti, 5 dei dilettanti e 3 degli ufficiali di campo. E la sua candidatura è stata bocciata dal Procuratore Federale, a 48 ore dalla scadenza. Nessuno, dentro la Fip, è intervenuto a far slittare di una settimana le elezioni, per permettere a Facchini di raccogliere gli altri voti necessari. Perché questa fretta?. Insomma, poteva essere lui il presidente di quel CIA che l’ha fermato oggi con argomentazioni deboli e una tempistica degna di una vera Inchiesta Federale. La Fip paga per gli arbitri, e ormai non ha ormai nessuna voce in capitolo. Ha dato in appalto persino le designazioni…
Facchini può aver sbagliato per il tecnico, a rivolgersi al Procuratore del basket, per forma doveva presentare ricorso al CIA e per conoscenza a Dino Meneghin. Ma bisogna capirlo, sentendosi mancare la terra sotto i piedi, in questo nuovo clima di “mediocre terrore ”, ispiratore probabilmente di un ricambio generazionale utile ma realizzato maldestramente, ha sbagliato porta. Vittima anche della burocrazia. Non è solo però in questa vicenda. A parte l’occhio vigilante del CONI, la statura del personaggio - il “fischietto garantista” per eccellenza - di gran lunga superiore a quella di chi l’ha punito. A parte il sospetto che ci sia lo zampino dei Comitati regionali (in Emilia Facchini avrebbe contro il dominus locale che porta avanti un nuovo cavallo di razza..), a parte la “favola” di “Commissari Speciali” messi lì a forza di voti “politici” per “gambizzare” fischietti liberi o garantisti, e favorire magari la promozione di “arbitri di sistema”, c’è anche l’opinione pubblica, che non può restare indifferente a questo “giallo”. Ma siamo sicuri che il provvedimento dello “Z club” (la Z di Zancanella come quella di Zorro..) sia corretto? Non deve essere formalizzato con l’invio del verbale alla Giudicante che deve ratificarlo o respingerlo?. E qui potrebbe cascare l’asino , in quanto i vertici del CIA non avrebbero, a tutt’oggi, fatto pervenire alla Giudicante le loro conclusioni in merito alla ventina di sospensioni già prese. Per cui: zitto e mosca, agli arbitri non è concesso di far sentire le loro ragioni. Leggi eventuali ricorsi. 
La Fip ha subito informato la Corte Federale, una richiesta di chiarimento è partita “in difesa dei diritti degli arbitri sospesi” anche da Francesco Grotti, l’ex fischietto della famosa partita scudetto di Livorno, ex 007 della Procura federale e sul quale converge un movimento di “bonifica” del sistema-basket. 
Fa bene la Fip a sollecitare Corte un pro-veritate sulla legittimità di questi provvedimenti seriali del CIA che possono inficiare onorate carriere, generare un clima torbido nell’ambiente arbitrale. Ne va anche la salvaguardia della regolarità dei campionati. E col pericolo di successive azioni legali, magari risarcitorie dei puniti, presso la magistratura ordinaria.
Siamo in presenza di un eccesso (o abuso?) di potere, il CIA infatti ammette nel suo comunicato stampa che “ il giudizio finale complessivo per l'arbitraggio dell'arbitro Facchini, espresso dall'Osservatore alla fine della gara Pepsi- Dinamo fu complessivamente molto positivo, ma migliorabile alla sola voce del comportamento in campo”. Perché, allora, si chiede la gente è stato squalificato?. Cosa ha fatto di tanto grave, se non appellarsi ai propri diritti?.
L’Aiap, un’associazione che agisce ormai quale potente sindacato e ha fatto cadere Luciano Tola, è di nuovo sul piede di guerra. Stavolta solidale con Facchini. Si parla di una protesta originale, tipo presentarsi in campo il prossimo turno con le maglie rovesciate. Vedremo, facile farsi belli in Tv, ma perché invece Paternicò non si è rifiutato di prendere il posto di Facchini nella terna di Armani-Mps, quale vicepresidente Aiap?. Mah. Questa storiaccia è fatta di tante storielle strane, alla salute del basket.
encampana@alice.it