LBA - Una regola senza sanzione può decidere la volata retrocessione
Un giudice che non ha competenza di giudizio, purtroppo, non è una novità nella giustizia civile e penale italiana. Adesso anche in quella sportiva. Si tratta evidentemente di una regola nata male, sotto l'onda della pandemia e della necessità di protocolli atti più a soddisfare il ministero della Salute che la regolarità del gioco. In cui pacificamente potrebbero aver ragione sia la Fortitudo Bologna che la Vuelle Pesaro.
Dalla lettura del protocollo Covid-19 in cui ha rilevata l'assenza di una sanzione per chi non lo avesse rispettato, il giudice sportivo ha stabilito ieri, nella controversia se la presenza in campo in Fortitudo-Vuelle di Justin Robinson fosse lecita o meno, di non avere gli strumenti adeguati per fornire un giudizio.
Ha chiesto e ottenuto documenti dalla società marchigiana "per mero scrupolo di completezza documentale" sapendo che non avrebbe potuto utilizzarli e ha omologato la gara senza rispondere alla contestazione nel merito.
Però ha ritenuto di dover passare le carte alla Procura federale per verificare che nelle stesse non ci sia un comportamento fraudolento da parte di Pesaro nella presentazione dei documenti sanitari del giocatore, che comporterebbe un illecito di ben altro spessore, perché teoricamente si può prevedere addirittura la retrocessione del club, se confermato.
In effetti che cosa sappiamo di questa storia? Che la positività di Robinson sarebbe stata dichiarata il 2 aprile dalla società su tamponi effettuati il giorno prima e che il giocatore è stato messo in quarantena nella stessa giornata (qui).
Ci hanno dichiarato che la quarantena dura 10 giorni. Il protocollo FIP stabilisce "un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno".
Repesa il 9 aprile contava di avere una risposta definitiva sulla presenza di Robinson il giorno seguente (qui).
Contando i giorni dal 1° aprile la quarantena finisce il 10 aprile. Contando i giorni dal 2, si va all'11. Cui deve seguire la visita di idoneità medico-sportiva, ma non sappiamo se sia previsto svolgerla nella stessa giornata o meno secondo il protocollo.
Non abbiamo motivo per dubitare della correttezza dell'operato dei medici che il giorno 10 avrebbero avuto il risultato di negatività e avrebbero fatto la visita di idoneità prima che il giocatore salisse su pullman per recarsi alla Unipol Arena. Il dubbio è se la procedura sia stata anticipata di un giorno rispetto a una non chiara prassi di comportamento.
Il legale della Effe Enrico Cassì, annunciano il ricorso della Effe in appello ha avuto parole dure sulla sentenza: "Lascia certamente perplessi che in una materia così delicata come quella della garanzia della salute di atleti, tecnici, arbitri e addetti ai lavori possa esseni una tale incertezza e/o la inesistenza di sanzioni garamistiche e specifiche in caso di violazioni. La gente di Covid muore. Il Campionato dovrà concludersi solo garantendo ai Club ed a tutti i tesserati la massima certezza delle regole e delle sanzioni", come riferisce il Corriere dello Sport.