Simone Fontecchio e gli aspetti mentali dello sport: «Ho scoperto una grandissima resilienza»

Simone Fontecchio si racconta a Vanity Fair e parla anche di quelli che sono gli aspetti più legati alla mente che al campo di uno sportivo. Lo fa parlando del suo sogno NBA, che "si è realizzato tre anni fa quando è arrivata la prima chiamata e sono sceso in campo (con gli Utah Jazz, ndr): lì ho esaudito ogni tipo di sogno minimamente immaginabile. Andando avanti con l’età, metti sempre nel mirino un nuovo obiettivo. È una corsa che non finisce mai, perché nel momento in cui raggiungi qualcosa, cerchi subito altro da rincorrere, ed è stupendo, contemporaneamente ti sfinisce anche a livello mentale e di energie nervose. È giusto non accontentarsi mai, ma ogni tanto fermarsi, sedersi, riflettere, su dove si è arrivati, cosa si è realizzato, è cruciale", dice Fontecchio.
A dicembre compirà 30 anni, e rispondendo su cosa ha maggiormente capito attraverso lo sport parla di una "grandissima resilienza. Tante volte mi sono ritrovato a terra, in momenti difficili, e dai quali non pensavo di uscire. Poi ho sempre trovato la via, questo grazie alle persone intorno della mia famiglia, quelle che mi vogliono davvero bene, ripetendomi di non mollare mai, che è una prerogativa della mia famiglia, un mantra instillato da mio nonno".