Simone Fontecchio inizia l'avventura a Miami: «Al mio agente avevo detto che...»

29.09.2025 19:00 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Simone Fontecchio inizia l'avventura a Miami: «Al mio agente avevo detto che...»

Inizia l'avventura di Simone Fontecchio da nuovo giocatore dei Miami Heat dopo la trade in estate. "Ho detto al mio agente che questo era uno dei posti in cui volevo andare con certezza... ho sempre ammirato la 'cultura Heat', il modo in cui lavora la franchigia... penso che sia un ottimo ambiente per me.", dice l'ala Azzurra. "Mi ricordo che le prime Finals che ho visto stando alzato, insieme a mio fratello, di notte, furono quelle tra Heat e Mavs del 2006 e noi facevamo un tifo sfrenato per Miami. L'impatto? Qui c’è uno standard diverso rispetto a tante altre realtà Nba, ci si aspetta moltissimo dai giocatori e c’è un approccio importante sulla cultura del lavoro. Per esempio abbiamo già fatto test fisici tutti insieme, prima dell’inizio del camp, una cosa che sicuramente non è molto comune nella Nba di questi tempi. Poi negli anni questa franchigia ha dimostrato di poter dare una possibilità a tutti, facendo crescere anche giocatori “undrafted” o che arrivavano dalla G-League. Ho atto un percorso particolare per arrivare nella Nba e poter far parte di un’organizzazione che predilige la famosa “work ethic” per me è molto importante”.

Fontecchio ha già parlato con Erik Spoelstra. "Sì, ne abbiamo parlato e coach "Spo" mi ha detto che il mio modo di giocare e le mie qualità fisiche si integreranno perfettamente con la pallacanestro degli Heat. L’ambizione naturalmente è quella di ritagliarmi uno spazio importante dalla panchina e di dare il mio contributo”. E sull'esperienza a Detroit. "Dopo un inizio molto buono, post trade, nel quale mi avevano accolto benissimo, le cose poi sono cambiate nella offseason. C’é stato un ricambio dirigenziale e un nuovo tecnico, io sono rimasto un po’ incastrato. Loro ci tenevano al mio rinnovo, anche per l’investimento fatto su di me con la trade, l’allenatore però non era un mio grande estimatore. Alla fine comunque mi ha sempre fatto giocare, anche se magari non tantissimo, ma di certo le cose sarebbero potute andare meglio”.