LBA - Con Vittorio Gallinari all'origine della zona 1-3-1

LBA - Con Vittorio Gallinari all'origine della zona 1-3-1

L'asso nella manica di Matteo Boniciolli che gli ha permesso di ribaltare l'andamento della gara di domenica scorsa della sua Udine, la zona 1-3-1, ha spinto una intervista del Messaggero Veneto a uno degli interpreti "storici" più famosi di questa difesa: Vittorio Gallinari. Ecco i suoi ricordi negli anni dell'Olimpia Milano di Dan Peterson, che portò in Italia questa novità tecnica.

La novità. A quei tempi era una novità assoluta per l'Italia, Peterson l'aveva portata dall'America. I primi anni Dan lavorava più sulla grinta che sulla tecnica, anche perché eravamo una squadra giovanissima. Era importante sfruttare entusiasmo e voglia di vincere e la 1­3­1 era perfetta per noi, poco tecnici ma pieni di volontà.

Lo spauracchio. Era stimolante, come tutte le cose nuove. A un certo punto quando D'Antoni chiamava il "3" vedevi la faccia degli avversari e notavi che si bloccavano, si mettevano a pensare. Per chi giocava contro di noi quella difesa era un vero spauracchio. Ovviamente servivano giocatori adatti.

Quando Mike chiamava... Mi piace ricordare il fatto che la 1-­3­-1 era diventata un simbolo, quando andavamo sotto nel punteggio il pubblico si aspettava che Mike indicasse il "3" ed entrassimo io ed altri compagni adatti a quella difesa.

Il ruolo di Vittorio. Ero in fondo, perché essendo alto e veloce riuscivo a coprire bene i due angoli. La posizione più bella, a mio avviso, perché vedevi tutti i compagni e gli avversari. Capivi subito dove avrebbe passato la palla il loro play. Penso che le posizioni più importanti erano proprio la mia, quella di D'Antoni davanti, e quella di Meneghin sulla lunetta.