Virtus Bologna, finalmente un po’ di allenamenti. E i numeri iniziano a parlare

02.12.2025 11:40 di  Davide Trebbi  Twitter:    vedi letture
Virtus Bologna, finalmente un po’ di allenamenti. E i numeri iniziano a parlare
© foto di Arioli/Ciamillo

Dopo la notte di Istanbul, una settimana fa, dopo la sfida al Fenerbahçe che ha chiuso un novembre di trasferte molto pesante, la Virtus per la prima volta da settimane può respirare. Nessun giocatore in nazionale, nessuno in fila per un volo, nessuna preoccupazione dell'ultimo minuto. Doveva partire Nicola Akele, poi l’infortunio di Alen Smailagić ha fatto cambiare i piani: direzione Turchia insieme alla squadra, senza polemiche ma comprensione. Ora, però, è il momento di guardare il quadro d’insieme. Per capire davvero dove sia arrivata questa Virtus dopo un terzo di stagione.
Sono 22 le partite giocate, con 16 vittorie e 6 sconfitte. Un bilancio solido, che però racconta solo la superficie. Perché nel dettaglio ci sono numeri che disegnano pregi, difetti, identità.

Eurolega: pochi punti, tante trasferte, difesa che tiene
In Eurolega la Virtus è 12ª: 6 vittorie, 7 sconfitte. Ha già giocato otto trasferte, più di chiunque altro assieme al Monaco. E il logorio si vede.
L’attacco è un rubinetto che gocciola: 16ª per punti segnati, segno di una produzione offensiva che fatica a trovare continuità. La difesa invece resta lì, al suo posto: 8ª per punti concessi, uno dei pochi pilastri della fase iniziale di stagione.
Le ragioni della magra offensiva sono nei dettagli:
• Ultima per tiri liberi tentati: attacco poco rapido a sporcare le mani degli avversari.
• Penultima per rimbalzi offensivi (10 a partita): poche seconde opportunità, ritmo che si spezza.
Sul fronte individuale il leader è ovvio: Carsen Edwards e i suoi 17.8 punti a sera. Matt Morgan segue a 13AlenSmailagić a 9.9.

L’impatto dei singoli: chi spinge e chi soffre
La metrica più interessante è la differenza punti prodotta quando un giocatore è in campo. Un dato spesso più sincero del tabellino. Va però filtrato: le due partite con Zalgiris e Baskonia hanno trascinato verso il basso diversi valori.
• Le note positive sono importanti:
Diarra +11.7
Vildoza +6.3
Morgan +3.6
Niang +2.5
Diouf +0.6
• Poi le ombre, che fanno riflettere:
Edwards –8.4
Smailagić –8.4
Alston –7.6
Pajola –3.9
Jallow –0.6

Non numeri di colpe, ma numeri che raccontano difficoltà collettive e contesti non sempre favorevoli. Le tante trasferte — e la qualità degli avversari — hanno inciso.
La Virtus, comunque, è dove deve essere: pienamente dentro la battaglia per un posto nei play-in.

Campionato: primo posto, identità più chiara
In Serie A la fotografia cambia. La Virtus è prima, 8-1 come Brescia. Il calendario finora è stato leggero: tutte squadre fuori dalla zona playoff tranne Trento. Ora però arriva il tratto più ripido.
I numeri, qui, parlano una lingua diversa:
• squadra leader in molte categorie,
• prima per assist con 21.8, segno di una struttura offensiva chiara, collettiva, di sistema.
• tra le prime quattro sia per punti fatti sia per punti concessi.
Il problema che resiste è sempre quello:
rimbalzo offensivo, 16ª con 9 catturati. Difetto cronico, che però non pesa come in Eurolega grazie al livello medio delle gare.

In attacco ci sono conferme e sorprese: Carsen Edwards 14.8 punti a gara, la sorpresa Derrick Alston Jr 13.1 ed il solito Matt Morgan 11.8.
Ma è l’impatto percentuale dei giocatori a generare un quadro quasi rovesciato rispetto all’Eurolega: tutti in positivo, e con valori molto più alti per chi soffriva in Europa.
Edwards +16.7
Smailagić +15.9
Alston +10.7
Jallow +6.6
E poi i due fari inattesi della squadra:
Diarra +29.2
Vildoza +22.4

Due numeri che da soli spiegano un pezzo di identità della Virtus versione campionato: fisicità, ordine, presenza.
Un terzo di stagione alle spalle, un dicembre da pesare
Con il 30% di stagione già completato, le linee iniziano a stabilizzarsi. Dicembre porterà cinque partite interne e quattro esterne, un blocco che può ridefinire la traiettoria sia in campionato sia in Eurolega.
La Virtus arriva a questo punto con difetti chiari, qualità evidenti e un margine di crescita ancora ampio. Finalmente con il tempo per lavorare. E forse è questo, più di tutto, il dato che mancava.