Femminile - Pandemia e crisi economica: blocco delle retrocessioni anche in A1?

08.03.2021 11:19 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Femminile - Pandemia e crisi economica: blocco delle retrocessioni anche in A1?

Se nella pallacanestro maschile, a dispetto dei dinieghi ufficiali, si continua a discutere sull'eventualità di un blocco delle retrocessioni propedeutico al rinnovamento del settore professionistico, una discussione per certi versi simile sta avvenendo anche nella pallacanestro femminile.

Un mondo in crisi da anni, vuoi per la mancanza di veri investitori, vuoi per l'assenza di progetti di autentico respiro che riescano ad allargare la base delle praticanti e l'interesse mediatico.

E l'eco positiva di fattori esterni di club maschili che hanno accolto l'invito della Federazione a costituire la sezione femminile (Virtus Bologna e Dinamo Sassari), è stata limitata da un anno a questa parte dall'esplosione della pandemia.

Mentre il futuro prossimo si prospetta ancor più nero. L'approvazione della Riforma dello Sport ha avuto il grandissimo merito di sostenere le atlete riconoscendole i diritti previdenziali e la parificazione vera con gli uomini e oggi, che è l' 8 marzo, non c'è momento migliore per celebrarlo.

Ma siamo tutti coscienti che, se nei prossimi mesi la legge non sarà dotata di decreti attuativi che la rendano fisicamente tollerabile, molti club dovranno fare i conti con la possibile chiusura dell'attività o di un drastico ridimensionamento dilettantistico a scapito della qualità nella costruzione di giocatrici di alto livello.

Non sentiamo in giro una discussione sull'argomento, il presidente del Consiglio non ha nominato un ministro per lo Sport, i vertici della Federazione sono occupati da personalità che hanno eluso il problema da trent'anni a questa parte, e non si capisce perché dovrebbero cominciare ad interessarsene adesso.

Piero Guerrini, su Tuttosport, scrive stamani che "Circola voce verificata che la Serie A1 femminile si muova per evitare le retrocessioni e proteggere le partecipanti consorziate".
Ma anche lui è solo parzialmente d'accordo con la ricetta, sia per le donne che per gli uomini: "La parola chiave per tutti è stabilità. Invece dovrebbe essere progettualità, altrimenti diventa garantismo".

Siamo già a marzo: è il momento di cominciare una discussione seria sul prossimo futuro del movimento femminile, visto che c'è ancora qualche mese prima che succedano fatti irreparabili e si può tracciare una strada di ricrescita.