LBA - Olimpia, Datome "Giocare per Messina è la ricerca della perfezione"

LBA - Olimpia, Datome "Giocare per Messina è la ricerca della perfezione"
© foto di SAVINO PAOLELLA

L'ala dell'Olimpia Milano Gigi Datome è stata intervistata per "Specchio della Stampa", con un excursus che va dalla lunga carriera a argomenti personali. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni.

Prima la salute. "Più passano gli anni e più conosco il mio fisico e mi rendo conto che salire in corsa su un treno veloce come l'Olimpia è difficile. Ma c'è una fiducia reciproca nel lavoro."

Etichetta: Olimpia condannata a vincere. "Non è nemmeno una brutta cosa se parliamo di corsa allo scudetto. Quanto all'EuroLeague è ormai un segreto di Pulcinella quello per cui se ti qualifichi per le final four prima o poi il titolo arriva. L'ho sperimentato nella mia esperienza a Istanbul con il Fenerbahce."

Giocare a Milano. "Significa adeguarsi al basket di Ettore Messina. Ogni possesso come se fosse la finale di EuroLeague, una spasmodica ricerca della perfezione."

Come Giannis su NBA ed Europa. "D'accordissimo. In NBA prevale l'atletismo e il talento. In Europa c'è più fisicità e anche le regole rendono più difficile il gioco. Uso sempre questo semplice modo per spiegare le differenze: nella NBA la difesa è basata sulla situazione; in Europa invece è già preparata, quindi è più difficile attaccare."

USA. "Negli Stati Uniti la professionalità e l'affidabilità delle persone sul lavoro.Ho sperimentato invece una certa superficialità nelle relazioni e una scarsa adeguatezza culturale."

Turchia. "Un popolo caloroso, ospitale.Pieno di sentimento. Percepisci il sapore e l'odore della storia. Democrazia? Non amo parlare di politica. Gli anni che ho passato a Istanbul sono stati difficili per il popolo turco, anni di piazza Taksim e di proteste nel cuore della città. In quel periodo ho voluto dare un sorriso ai tifosi, ho dato molto a loro ma ancor di più ho preso da quell'esperienza."

Presidente FIP per Petrucci. "Sì, ho letto. Mi ha fatto piacere, non lo nego. Ma non è il caso di affrettare i tempi, non è ancora arrivato il momento di lasciare il parquet."

Il no ai giochi di Tokyo. "Fu per senso di responsabilità che mi tirai fuori dalle convocazioni. Non stavo bene, giusto ci andasse qualcun'altro. Ho la coscienza pulita. E con Petrucci mi sono chiarito. Sono andato in Olanda per le qualificazioni, non proprio un match di grido: sul mio attaccamento all'Italia non si discute."