LBA - Gigi Datome, il privilegio di scegliere quando finire

LBA - Gigi Datome, il privilegio di scegliere quando finire
© foto di SAVINO PAOLELLA

Gigi Datome è l'uomo del giorno anche quando decide di ritirarsi dalla pallacanestro giocata in campo, e non solo quando viene premiato come MVP di una finale scudetto dove ha piazzato la zampata decisiva. Queste alcune delle sue risposte all'intervista di Piero Guerrini su Tuttosport in attesa del "The Last Waltz" ai Mondiali del Far East che per l'Italia cominceranno a Manila.

Il momento giusto per salutare. "Una serie di cose, il pensiero c'era già un anno fa, appena finito e senza contratto. Dovevo trovare un'altra sfida di alto livello, dopo tutte le fortune avute. Milano me lo ha chiesto e ho proseguito. Idem in quest'anno difficile a causa di un virus. Mi sono concentrato per finire al meglio. Poi ho capito che un po' la testa e il fisico (anche se potevo proseguire) non erano più come prima. Ettore Messina mi ha chiesto di giocare, gli ho risposto per tempo. È un privilegio per pochi scegliere quando finire. Ho sentito di aver fatto tutto quanto potevo, da giocatore."

Mondiali, non un premio alla carriera. "Ho pensato tutto l'anno che potesse essere l'ultimo, ho vissuto la scelta con grande felicità e consapevolezza, godendomi ogni momento. In Nazionale sarà lo stesso. L'azzurra è la maglia che mi rappresenta di più: l'ho sempre indossata dalle giovanili. Ci sono sempre stato, quando ero in piedi. Cercherà di godermi tutte le cose che prima davo per scontate. L'Olimpiade mi ha fatto dubitare, è il sogno di tutti. Ma ho pensato fosse difficile andare avanti, senza la certezza dei Giochi con 2 posti per l'Europa. Ma ho fiducia totale e farò di tutto per convincere il presidente Petrucci e Pozzecco a portarmi a Parigi. Da giocatore no, non sarebbe serio. Da capitano tenevo a finire bene i playoff per meritarmi la maglia. Non la volevo come premio."

Un momento importante. "La partita che mi ha fatto cambiare: Italia­Turchia a Sassari nel 2012. Mi riusciva tutto, ogni giocata. Da lì la prima estate da protagonista azzurro, poi la stagione super a Roma. Se permette finisco con un pensiero per sorridere un po'. È di un compagno al Fener: la cosa bella quando smetti è che, a differenza di quando muori, puoi leggere i coccodrilli."

Nuova carriera all'Olimpia. "Vorrei essere una presenza per i giocatori, magari consigliare. E voglio imparare tanto con Ettore e Christos Stavropoulos: il futuro lo scoprirò strada facendo, ma non mi sento adatto ad allenare. Voglio capire con calma per cosa sono portato. Ho altre passioni, certo, la musica. Soprattutto i libri: in quel settore potrei dare qualcosa. Ma ho vissuto di e per la pallacanestro, sarebbe un peccato non sfruttare la mia esperienza."