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- L'Urania Milano raccontata dal suo coach Davide Villa

La seconda puntata del nuovo format Due tiri con…curato dalla pagina Instagram @passionegialloblu di Alberto Benadì, da sempre vicina alle gesta della Reale Mutua Basket Torino.
29.11.2021 13:06 di Emiliano Latino   vedi letture
Fonte: Passionegialloblu su Instagram
Coach Davide Villa
Coach Davide Villa
© foto di Alberto Benadì

L’intervista con il capo allenatore dell’Urania Milano Davide Villa, prosegue la serie curata dal giovane appassionato di basket a 360°…e nelle prossime puntate ne leggeremo delle belle…stay tuned!

Cosa serve veramente per diventare un allenatore di livello nel campionato italiano? 

“Mi sono sempre ritenuto molto fortunato per aver intrapreso questo percorso che mi ha permesso, per il momento, di fare diventare la passione un lavoro. Non ho mai vissuto la voglia di diventare allenatore come un'ossessione, ma ho sempre avuto l’ambizione di far meglio dell’anno precedente senza guardare ossessivamente orizzonti lontani.

Quello che serve di più, soprattutto agli inizi, è la voglia di imparare con grande umiltà, mettendomi in gioco ogni giorno, senza pensare di essere già arrivato. Questo diventa forza per andare avanti e per continuare a migliorare, anche quando sei a buon livello, perché non smetti mai di imparare. Continuo ad apprendere ogni anno qualcosa dai miei assistenti e dalle persone che mi circondano”.

Chi deve ringraziare per aver raggiunto questo livello?

“E’ difficile dire un solo nome perché, da quando mi sono lanciato in questa avventura, ho avuto tanti maestri di vita, che mi hanno aiutato in questo percorso di crescita. Ringrazierò sempre mio padre, perché mi ha fatto amare questo sport straordinario. E’ stato fondamentale, soprattutto nei primi anni da universitario e portavo a casa pochi soldi: senza il suo contributo, non ce l’avrei mai fatta”.

…dalla B fino ai playoff per andare in Serie A1…un viaggio incredibile con l’Urania Milano: quanto si sente cambiato in questi anni e quanto sente sua la creatura meneghina?

“Credo di non essere cambiato così tanto, però mi hanno fatto notare che, dal lato caratteriale forse qualcosina è cambiato. Infatti mi dicono di aver acquisito più sicurezza. Sicuramente quando ho fatto la scelta di venire a Milano, sapevo di andare incontro a delle pressioni diverse a quelle a cui ero abituato prima. Mi hanno fatto crescere e nel tempo ho imparato a gestire le varie situazioni, anche quelle più complesse. Ho la fortuna di vivere in ambiente meraviglioso che ha cambiato poche cose, mantenendo alti gli standard qualitativi.

Per quanto riguarda la squadra di quest’anno, cerco di mantenere sempre quella che è la mia idea di gioco, anche se non siamo ancora ai massimi livelli nell’esprimere la migliore pallacanestro. Dobbiamo ancora lavorare molto sull’identità difensiva, questo sarà un obiettivo da migliorare nel prossimo futuro".

Avete affrontato la Reale Mutua Basket Torino in 3 anni diversi: due volte contro la squadra di Cavina e quest’anno quella di adesso di Edo Casalone: cosa l’ha sorpreso di più dalla Torino di quest’anno e quali pensa siano le loro aspettative?

“Nei primi due anni di Basket Torino credo che l’ambizione fosse veramente ai massimi livelli: non che quest’anno non ce ne sia, però erano veramente alte le aspettative e quando ci giocavamo contro, c’era tanta stima per il lavoro che aveva fatto Demis con i suoi giocatori. Il gioco di Cavina era tra i più belli da guardare e notavo numerosi punti di contatto con le mie idee di gioco…ho ammirato le sue squadre e qualcosa ho cercato di “rubare”. Era evidente l’identità e l’impronta dell’allenatore, cosa che reputo molto importante, perché caratterizza il duro lavoro dietro le quinte dello staff tecnico.

Anche quest’anno ci sono grandi ambizioni, nonostante un roster meno “profondo. Casalone ha a disposizione giocatori di altissimo livello, che conoscono la categoria e qualcuno anche quella al piano di sopra. Sono guidati da un allenatore che ha avuto diverse esperienze formative e ha conosciuto allenatori dai quali ha potuto prendere spunto. Ha tutte le carte in regola per disputare una stagione molto positiva”. 

Qual è il sogno da realizzare con Milano?

“La nostra idea vincente è sempre stata quella di non fare il passo più lungo della gamba, senza porsi obiettivi troppo grandi, cercando di rimanere con i piedi per terra e lavorare duro durante la settimana.

Se si parla di obiettivi, pensiamo alla salvezza e possibilmente far meglio della passata stagione…una grande stagione! Vorremmo centrare i playoff e perché no, passare il primo turno, davanti a un Allianz Cloud pieno di tifosi a supportarci. Ecco questo è il mio sogno a breve termine”.

Qual è il giocatore che l’ha sorpresa di più dal passaggio di categoria Serie B alla Serie A2?

“Mi ha impressionato molto la capacità di Andrea Negri di adattarsi al salto di categoria dalla B alla A2, cosa per niente facile e tutt’altro che scontata. Cambia tutto, dall’intensità alla fisicità ed al talento espresso sui parquet. E’ stato incredibile il passaggio dal rischio retrocessione di Desio alla Milano che si giocava la vittoria in campionato”.