| Beqa Burjanadze: «Ora non vogliamo smettere di sognare. L'Italia? Diouf è cresciuto tantissimo»

In un Eurobasket forse mai così ricco di sorprese, a volte quasi scioccanti, Beqa Burjanadze è diventato uno degli emblemi più significativi. L’ala tuttofare della Georgia, con un passato nel nostro campionato con la maglia di Reggio Emilia, ha infilato un paio di triple nel cuore della strafavorita Francia, mettendo il turbo alla sua nazionale che poi è stata trascinata alla meta dallo strepitoso tandem composto da Toko Shengelia (24 punti e 8 rimbalzi) e Kamar Baldwin (24 e 2 assist). Un risultato storico per questo paese che ha fatto festa grande in attesa di affrontare la Finlandia ai quarti (mercoledì alle 16) ovvero l’altra clamorosa “outsider” che ha fatto fuori la Serbia.
Burjanadze, contro la Francia è arrivato un successo storico per la Georgia, quali sono le vostre sensazioni?
“È qualcosa d’incredibile, strepitoso direi. Ognuno di noi ha avuto un ruolo in questo successo e credo che anche da fuori sia stato molto bello vedere la nostra cooperazione, la nostra resilienza e la voglia di non arrendersi. Questo risultato significa molto per il nostro paese: il nostro obiettivo era qualificarci, ma ora non vogliamo smettere di sognare”.
Quelle sue triple, in particolare quella dall’angolo, hanno dato vita al break che poi si è rivelato decisivo.
“Ho semplicemente cercato di cogliere al volo la mia occasione, così come hanno fatto tutti gli altri miei compagni. Siamo un gruppo unito e questo fa la differenza”.
Anche l’Italia aveva un gruppo unito, ma purtroppo non è bastato per superare la Slovenia di uno strepitoso Luka Doncic…
“Ho seguito tutta la partita ed è stato un vero peccato. Nonostante fossero stati sotto, anche pesantemente, alla fine potevano farcela. Hanno avuto un grande cuore, ma purtroppo non sono stati abbastanza lucidi e duri nel finale. So che adesso fa male, però io vedo un futuro luminoso per la vostra Nazionale: avete diversi giovani molto bravi e anche contro di noi l’ho potuto vedere da vicino”.
A chi si riferisce?
“Sicuramente Saliou Niang che non è più una sorpresa, ma anche Momo Diouf, mio ex compagno a Reggio Emilia. È cresciuto tantissimo sia in attacco che in difesa. Adesso gioca con una fiducia totale, ma io so che tutto questo è frutto di un’etica del lavoro impeccabile e che non è mai mancata. Gli auguro davvero il meglio”.
Torniamo alla Georgia, cos’è che vi rende così forti e determinati?
“Abbiamo tutte le famiglie al seguito e un paese dietro che ci spinge. Loro ci danno una forza incredibile e ci fanno credere di potercela fare ogni volta”.
Adesso arriva la Finlandia di un fantastico Lauri Markkanen, ma non solo…
“Sarà la partita più difficile e importante per la nostra nazionale e per la nostra storia sportiva, così come credo che lo sarà per loro. La Finlandia è un chiaro esempio di come dovrebbe essere una squadra, perché giocano assieme, sono solidi, aggressivi e non mollano mai. Markkanen è certamente il loro leader ed il primo che dovremo fermare, ma non è l’unico in grado di fare la differenza. In attacco, invece, dovremo usare le nostre caratteristiche: fisicità, resilienza e lucidità nel finale”.