Pozzecco e l'addio all'Italbasket: «Anche con un altro risultato avevo deciso: le cose hanno un inizio e una fine»

08.09.2025 16:05 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Pozzecco e l'addio all'Italbasket: «Anche con un altro risultato avevo deciso: le cose hanno un inizio e una fine»
© foto di FIBA

Gianmarco Pozzecco, ormai ex CT dell'Italbasket, ha parlato anche nella mixed zone dopo l'uscita da EuroBasket e la decisione di lasciare la Nazionale. "Colgo l'occasione per ridire quanto detto in sala stampa. Ringrazio il presidente Petrucci per avermi dato questa fantastica opportunità. Insieme a lui Salvatore Trainotti, hanno preso la decisione insieme. Sicuramente è stato il più grande onore che abbia mai vissuto in vita mia, diventare CT è stata una responsabilità immensa. Che ho vissuto con grande senso di responsabilità dal primo giorno, ringrazio il mio staff. Casalone, Fois, Poeta, Fucà, Lotesoriere, Panichi. Tutto lo staff, tecnico e medici".

L'addio alla Nazionale: sarebbe cambiato qualcosa con un altro risultato? "Avevo già deciso. Le cose hanno un inizio e una fine. Me lo ha ricordato Edo [Casalone], ho iniziato con la Slovenia e ho finito con la Slovenia. Io di alcune cose vado estremamente fiero, e non accetto che vengano messo in dubbio: la prima è il rispetto che ho per i giocatori italiani. La seconda è l'amore per tutti i giocatori che ho allenato. E la terza è che - senza mancare di rispetto a nessuno - non so quante Nazionali abbiano avuto giocatori così legati alla maglia Azzurra come ho avuto io in questi quattro anni. Questa è una cosa che mi rende orgoglioso, fiero. Ringrazio tutti i giocatori che ho convocato e allenato. Sono stati meravigliosi, soprattutto da questo punto di vista che ho sempre cercato di spingerli a vivere. A capire l'importanza della maglia Azzurra. E questo concetto è sempre stato recepito al 100% da tutti".

Le sue parole in sala stampa. "La verità è che inconsapevolmente ho deciso di vivere lo sport in un modo un po' azzardato, rocambolesco, rischioso. Ma è l'unico modo che conosco per affrontare e vivere la mia passione, per vivere il mio modo di approcciarmi alla pallacanestro ma soprattutto il mio modo di approcciarmi ai miei giocatori, quello non cambierà mai.