Mobilquattro e Olimpia: Chuck Jura e quel derby da dieci punti di sutura per D'Antoni

Mobilquattro e Olimpia: Chuck Jura e quel derby da dieci punti di sutura per D'Antoni
© foto di Degaspari/Ciamillo

Nel 1972 arrivò a Milano dal Nebraska Chuck Jura, un ragazzo che diventerà tre volte capocannoniere della serie A, per indossare la maglia della Mobilquattro, la rivale cittadina dell'Olimpia. Jura è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, da cui tiriamo fuori proprio il racconto di come si viveva il derby e quali erano le relazioni tra i giocatori americani presenti in Italia.

Basket e boxe. "Il derby era la partita. Sempre punto a punto, con il sangue. Me ne ricordo due: uno risolto a due secondi dalla fine con un tiro di Bob Lauriski da 10 metri e un altro in cui feci 44 punti e vincemmo ai supplementari. Io ero il loro bersaglio, ma in campo diventavo viola in volto. Mi trasformavo. Una volta spaccai la faccia a D'Antoni, gli misero dieci punti sulla fronte. Un'altra volta finì a botte anche tra i dirigenti."

Ma tra voi americani, ai tempi solo due per squadra, c'era amicizia? "Senz'altro. Uscivamo con le famiglie. Noi vivevamo vicini a quella di Bob Morse ad Abbiate Guazzone, in provincia di Varese, dove mi ero trasferito nella seconda parte della mia avventura milanese scegliendo la tranquillità. Ma ero molto amico anche di John Fultz e, quando andavo a giocare contro di lui a Bologna, dopo la partita andavamo a cena con Lucio Dalla, grande tifoso della Virtus. Tra americani parlavamo di tutto, anche di stipendi. E scoprii che io nel 1974, al terzo anno Mobilquattro, guadagnavo 37.000 dollari, mentre Tom McMillen mi confidò che a Bologna prendeva quasi il triplo. Quanto aspettai quella partita... Contro di lui feci 47 punti e presi 20 rimbalzi. Così Tino Caspani, il mio presidente, a fine stagione fu quasi costretto ad alzarmi l'ingaggio a 80.000 dollari."